Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Entro 2100, due terzi foreste pluviali temperate rischiano scomparsa

(12 Novembre 2024)

Roma – Entro il 2100 fino a due terzi delle foreste pluviali temperate del mondo potrebbero essere vittime dei cambiamenti climatici, secondo quanto emerge da uno studio guidato dall’Università di Leeds, e pubblicato su Earth’s Future. Per la prima valutazione mondiale degli impatti del surriscaldamento globale su questi rari ecosistemi, gli scienziati hanno utilizzato mappe della copertura arborea, delle condizioni delle foreste e dati climatici per valutare quanta parte delle foreste pluviali temperate del mondo sia già stata influenzata dall’attività umana e in che modo il cambiamento climatico spingerebbe alcune regioni sull’orlo del baratro. I risultati del loro studio mostrano che, secondo lo scenario più pessimistico, il 68 per cento della foresta pluviale temperata del mondo, e in alcune regioni il 90 per cento, andrebbe perso nei prossimi decenni. Con gli attuali impegni per ridurre le emissioni di combustibili fossili, andrebbe perso il 23 per cento delle foreste pluviali temperate del mondo. Tuttavia, un’azione rapida per fermare le emissioni di combustibili fossili ridurrebbe questa perdita al 9 per cento, evidenziando l’urgente necessità di scongiurare il cambiamento climatico. Le foreste pluviali temperate sono limitate alle aree con climi freddi e umidi. I paesi che hanno foreste pluviali temperate includono Canada, USA, Cile, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito. Nonostante coprano meno dell’1 per cento della superficie terrestre, sono riconosciute per la loro importanza ecologica globale e per le loro proprietà di stoccaggio del carbonio: le foreste pluviali temperate intatte hanno una densità di carbonio maggiore rispetto alle foreste di altre latitudini. Ben Silver, un ricercatore della School of Earth and Environment di Leeds, che ha guidato lo studio, ha affermato: “Il cambiamento climatico non mitigato è un disastro per la foresta pluviale temperata nel Regno Unito e nel mondo, poiché non può sopravvivere ai tipi di alte temperature estive che stiamo iniziando a osservare più regolarmente e che si prevede peggioreranno nelle future simulazioni del cambiamento climatico. Il nostro studio dimostra che se ci impegniamo per rallentare il cambiamento climatico non è troppo tardi per salvare le foreste pluviali temperate del mondo. Ci auguriamo che il nostro studio possa supportare la conservazione delle foreste pluviali temperate, identificando le aree meno o più vulnerabili ai cambiamenti climatici e dove esiste il potenziale per ripristinare la foresta”.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla