Roma – Stop al controllo di efficacia dopo 3 mesi e stop all’obbligo di interrompere dopo 12 mesi il trattamento con farmaci anti-CGRP per la cura dell’emicrania. L’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) cambia le regole di ingaggio nel trattamento preventivo dell’emicrania basandosi sui dati del Registro Italiano dell’Emicrania coordinato da Piero Barbanti, direttore dell’Unità per la Cura e la Ricerca sulle Cefalee e il Dolore dell’IRCCS San Raffaele e professore di neurologia presso Università Telematica San Raffaele Roma. “È un obiettivo storico raggiunto dopo la pubblicazione di studi prestigiosi capitanati dal nostro gruppo di ricerca su Neurology e su Journal of Neurology” spiega il neurologo. “Abbiamo dimostrato che proseguendo la terapia per almeno 12 mesi la percentuale dei pazienti che rispondono alle cure balza dal 65% (dopo 3 mesi) al 91.3% (dopo 12 mesi). Inoltre, il Registro ha dimostrato che prolungando il trattamento per almeno 2 anni, si ottiene – continua – probabilmente una attenuazione del decorso della malattia. Grazie ai 50 centri cefalee del registro e grazie ad AIC (Associazione Italiana per la lotta contro le Cefalee), ANIRCEF (Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee) ed ONDA (Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna) che hanno sensibilizzato AIFA su questi dati già dallo scorso anno”. Quali saranno le conseguenze per i pazienti? “Nulla sarà più come prima”, dice Barbanti. “Trattare precocemente e per un periodo adeguato i pazienti vorrà dire cambiare la loro malattia e la loro vita, riducendo l’assunzione di analgesici, la disabilità e l’esecuzione di esami inutili. Maggiore salute e vitalità, dunque, e grandi risparmi per il servizio sanitario nazionale”, conclude. (30Science.com)
Valentina Arcovio
L’Aifa semplifica uso farmaci anti-CGRP contro emicrania
(7 Novembre 2024)
Valentina Arcovio