Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Quattrociocchi (Sapienza) su Trump, ora scienza smascheri i “finti esperti”

(7 Novembre 2024)

Roma – Dopo le ultime elezioni USA – e in ragione di quello che comportano per la ricerca scientifica – “è fondamentale ribadire l’importanza dell’unità del mondo scientifico, un’unità che non deve esitare a denunciare torti e storture, soprattutto quando questi si manifestano sotto forma di ‘finti esperti’” Così Walter Quattrociocchi, direttore del Centro di Data Science and Complexity for Society (CDCS) della Sapienza, ha commentato l’editoriale di Science dedicato alla vittoria di Donald J. Trump. Nell’editoriale il caporedattore di quella che è una delle più prestigiose riviste scientifiche al mondo, Herbert Holden Thorp, ha sostenuto che sebbene il successo di Trump “derivi in parte dalla volontà di attingere alla xenofobia, al sessismo, al razzismo , alla transfobia, al nazionalismo e al disprezzo per la verità” “il suo messaggio ha trovato consenso in gran parte della popolazione americana che si sente alienata dalle istituzioni governative, sociali ed economiche americane. E ciò include la scienza e l’istruzione superiore”. A fronte di questa realtà, Thorp sottolinea che “per riconquistare questo gruppo disamorato sarà necessario che i leader della comunità scientifica favoriscano e promuovano un panorama scientifico più inclusivo per tutti gli americani” ed in particolare sarà necessario che la comunità scientifica si impegni per affrontare i propri errori in modo trasparente, correggendo i propri dati quando le evidenze lo impongono, senza cercare scappatoie per evitare il giudizio del pubblico. “La scienza – ha commentato Quattrociocchi – oggi più che mai è chiamata non solo a difendersi da attacchi esterni ma anche a fare autocritica, dimostrando trasparenza e disponibilità a correggersi quando necessario. La disinformazione e le competenze autoreferenziali e fasulle non solo avvelenano il dibattito pubblico, ma creano distorsioni che possono avere un impatto diretto sulle politiche economiche e sugli investimenti. Il danno che ne deriva non è soltanto culturale, ma anche economico, minando la fiducia del pubblico e scoraggiando l’adozione di innovazioni basate su evidenze solide”. “L’invito – conclude Quattroccchi – è quindi rivolto a tutta la comunità scientifica: è necessario essere uniti e trasparenti, smascherare chi cerca visibilità senza reale competenza e dimostrare che la scienza può e deve mettere il bene comune davanti agli interessi personali o istituzionali. Solo così sarà possibile proteggere la fiducia nella scienza e contribuire a un progresso autentico e condiviso”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla