Roma – La brusca accelerazione della convergenza tra le placche tettoniche indiana ed eurasiatica, avvenuta circa 65 milioni di anni fa, potrebbe essere stata favorita dai sedimenti. Questa l’ipotesi presentata dagli scienziati della Southern University of Science and Technology, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Nature per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il team, guidato da Jiashun Hu, ha analizzato i dati geochimici delle rocce magmatiche raccolte nell’arco del Gangdese, in Tibet meridionale, combinandoli con i dati numerici. Il tasso di convergenza tra India e Eurasia, spiegano gli esperti, ha subito un picco notevole circa 65 milioni di anni fa, passando da circa 8 a circa 18 centimetri all’anno. Questo fenomano rappresenta uno degli eventi di riorganizzazione delle placche più documentati nell’era Fanerozoica (da circa 541 milioni di anni fa a oggi). Tuttavia, i meccanismi alla base del movimento delle placche sono ancora poco compresi. Nell’ambito dell’indagine, i ricercatori hanno utilizzato un approccio combinato per colmare le lacune esistenti. Gli autori suggeriscono che l’erosione su larga scala al margine passivo indiano, formatosi al bordo dei continenti, potrebbe aver prodotto una quantità notevole di sedimenti. Una volta subdotti al di sotto della placca Eurasiatica, questi sedimenti potrebbero aver facilitato lo scorrimento tra le regioni subcontinentali, favorendo la convergenza più rapida delle placche indiana ed eurasiatica. Questi risultati, commentano gli autori, offrono nuove intuizioni sulle forze motrici della tettonica a zolle. Gli scienziati ipotizzano che le accelerazioni nei tassi di subduzione potrebbero essere una caratteristica comune nella fase finale dell’assemblaggio continentale quando i continenti si scontrano tra loro.(30Science.com)
Valentina Di Paola
India e Eurasia si sono avvicinate a causa dei sedimenti
(6 Novembre 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).