Roma – La raffinazione di litio, nichel, manganese e rame estratti localmente in Africa potrebbe essere fino al 40 per cento più competitiva rispetto al resto del mondo entro il 2030. E’ uno dei dati che emergono da un nuovo rapporto del Ministero degli Esteri del Regno Unito dedicato alla competitività dell’Africa nella filiera globale delle batterie. Il rapporto intitolato ” Dai minerali alla produzione: la competitività dell’Africa nelle catene di fornitura globali di batterie” è stato realizzato tramite il programma Manufacturing Africa del Regno Unito in collaborazione con l’organizzazione di ricerca di punta del Regno Unito sulle batterie e l’accumulo di energia, la Faraday Institution. Come detto i risultati principali indicano che, con il giusto investimento e un ambiente politico adeguato, la raffinazione di litio, nichel, manganese e rame estratti localmente in Africa potrebbe essere fino al 40 per cento più competitiva rispetto al resto del mondo entro il 2030. Con una sola raffineria di alta qualità per ciascuno di questi minerali, l’Africa potrebbe generare 6,8 miliardi di dollari di ricavi annuali e creare circa 3.500 posti di lavoro operanti nella filiera di fornitura delle batterie. Oltre alla raffinazione dei minerali, un’analisi iniziale suggerisce che paesi come la Tanzania e il Marocco potrebbero produrre batterie competitive in termini di costi con l’Europa a determinate condizioni. Ad esempio, il Marocco potrebbe raggiungere costi di produzione di 72 dollari per kilowattora ($/kWh) e la Tanzania di 68 $/kWh, rispetto ai 68 $/kWh in Europa, se la produzione beneficiasse di adeguati sussidi. Il rapporto stima inoltre la domanda di batterie locale, individua ulteriori opportunità nei settori dei pacchi batteria, nell’assemblaggio e nel riciclo delle batterie, mappa dove operano le aziende nelle catene del valore delle batterie in tutta l’Africa e fornisce raccomandazioni ai decisori politici e agli investitori su come promuovere queste iniziative. Il CEO della Faraday Institution, il professor Martin Freer, ha affermato: “Data l’abbondanza di minerali naturali essenziali in Africa, le nazioni africane potrebbero svolgere un ruolo significativo nella filiera globale delle batterie se riuscissero a superare le sfide di investimenti, infrastrutture e forza lavoro. Il rapporto contiene una grande quantità di informazioni e analisi sull’argomento che saranno preziose per una varietà di parti interessate, compresi potenziali investitori in progetti in altre parti della filiera delle batterie oltre all’attività mineraria”. (30Science.com)