Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Contro le super-erbacce la soluzione sono i robot

(4 Novembre 2024)

Roma – Con l’avanzata delle cosiddette “supererbacce”, piante infestanti resistenti agli erbicidi, la soluzione più efficace ed efficiente sono dei particolari robot basati sull’intelligenza artificiale in grado di riconoscere le erbacce e rimuoverle meccanicamente. E’ quanto emerge da uno studio guidato dalla Beijing Normal University e pubblicato su Agricultural Economics. “L’affidamento esclusivo sugli erbicidi per il controllo delle erbacce ha portato alla comparsa di supererbacce e non abbiamo nulla in cantiere in termini di nuove modalità di azione. Se i metodi di controllo chimico falliscono, ciò potrebbe causare milioni di dollari all’anno di perdite di raccolto”, ha affermato l’autore corrispondente Madhu Khanna , professore di economia agricola e dei consumatori presso il College of Agricultural, Consumer and Environmental Sciences (ACES) e direttore dell’Institute for Sustainability, Energy and Environment dell’Illinois. I robot che gli autori del nuovo studio hanno testato sono altamente efficienti, si affidano all’intelligenza artificiale per muoversi e riconoscere le erbacce e poi meccanicamente le eliminano o addirittura ne impediscono la comparsa limitando l’attecchimento dei semi. Lo studio si è concentrato sul controllo dell’erbaccia Amaranthus tuberculatus nelle colture di mais. L’Amaranthus tuberculatus è una minaccia persistente per le colture del Midwest degli USA e l’erba infestante ha già sviluppato una resistenza a molteplici erbicidi. I ricercatori hanno esaminato l’effetto di due diversi tipi di strategie di gestione delle erbe infestanti che gli agricoltori potrebbero implementare: la gestione cosiddetta “miope”, che pianifica un anno alla volta, e la gestione “lungimirante”, che tiene conto di un lasso di tempo più lungo. Hanno anche preso in considerazione la densità dei semi delle erbe infestanti, il livello di resistenza delle erbe infestanti stesse e le soglie economiche oltre le quali sarebbe conveniente l’uso dei robot. “Supponendo che un robot costi 20.000 dollari, gli agricoltori con una prospettiva di gestione lungimirante probabilmente lo adotteranno se anche solo lo 0,0001 per cento dei semi porta a piante resistenti, mentre qualcuno con un approccio di gestione anno per anno aspetterà che i livelli di resistenza siano superiori al 5 per cento”, hanno osservato glia autori. I loro calcoli – effettuati considerando la progressione delle infestazioni delle supererbacce – hanno mostrato che gli agricoltori con una prospettiva di gestione miope non userebbero affatto i robot nei primi sei anni. Questi agricoltori continuerebbero ad applicare erbicidi finché non fossero più efficaci e poi passerebbero al controllo robotico al 100 per cento (sei robot per acro) nel settimo anno, quando avranno esaurito le opzioni chimiche. Al contrario, gli agricoltori con una prospettiva lungimirante inizierebbero ad adottare i robot molto prima e ne avrebbero bisogno di meno. Li adotterebbero gradualmente e non andrebbero oltre i quattro per acro. Utilizzerebbero i robot per integrare il trattamento con erbicidi, assicurando così che la sua efficacia non si esaurisca. Nel settimo anno, utilizzerebbero i robot sul 75 per cento della loro terra, mentre il 25 per cento verrebbe trattato con erbicidi. Sulla lunga l’approccio di utilizzo preventivo dei robot porta a profitti più alti. In più un approccio lungimirante può aiutare a ridurre il numero di semi resistenti e forse contribuire a un’inversione della resistenza. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla