Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Creata in laboratorio carne di maiale dal sorgo

(30 Ottobre 2024)

Roma – Carne di maiale, coltivata in laboratorio su una base di chicco di sorgo rosso. E’ quanto ottenuto da un team di ricerca guidato dalla National University di Singapore che ha pubblicato i propri risultati sul Journal of Agricultural and Food Chemistry. Le carni coltivate esistono da oltre un decennio e, a partire dal 2023, è possibile persino trovare pollo coltivato in laboratorio nei ristoranti, almeno negli Stati Uniti. Le carni coltivate sono emerse insieme alle carni di origine vegetale come alternative più etiche ed ecologiche al consumo di carne animale. La produzione richiede molta meno terra e acqua e il processo emette meno gas serra durante la produzione. A differenza delle imitazioni di origine vegetale, le carni coltivate utilizzano cellule animali reali, ma vengono coltivate in laboratorio su impalcature proteiche porose anziché essere ottenute direttamente dalla carne di un animale. Per creare questi supporti sono stati utilizzati vari materiali, tra cui glutine di grano, proteine di piselli e proteine di soia. Il team dietro il nuovo studio ha estratto proteine kafirine dalla farina di sorgo rosso e ha costruito un’impalcatura proteica 3D porosa immergendo cubetti di zucchero nella soluzione di kafirina. Le proteine si sono attaccate ai cristalli di zucchero, che sono stati poi sciolti usando acqua, lasciando dietro di sé una struttura di supporto a forma di cubo. Per creare il prototipo di carne coltivata, gli autori hanno introdotto cellule staminali di maiale nell’impalcatura. Dopo 12 giorni, hanno visto che le cellule si erano prontamente attaccate alla kafirina e si stavano differenziando in cellule muscolari e adipose di maiale. Rispetto al maiale magro crudo, il maiale coltivato conteneva più proteine e grassi saturi e meno grassi mono- e polinsaturi. I ricercatori hanno anche scoperto che i pigmenti rossi del sorgo fornivano alla carne coltivata un colore simile al maiale e alcune proprietà antiossidanti. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla