Roma – Le alterazioni dei fondali marini causate da attrezzature per la pesca a strascico possono avere una serie di conseguenze negative sia per l’ambiente marino sia per l’ecosistema globale. E’ quanto emerge da un nuovo studio guidato dall’Università di Aarhus e pubblicato su Estuarine, Coastal and Shelf Science. Il fondale marino contiene una grande quantità di carbonio e nutrienti. A livello globale, il fondale marino contiene molto più carbonio di quanto non sia presente come anidride carbonica nell’atmosfera. Le ripetute perturbazioni del fondale marino rilasciano nell’oceano parte del carbonio e dell’azoto immagazzinati. Ciò costituisce un’ulteriore fonte di gas serra, l’anidride carbonica, e determina un aumento del consumo di ossigeno nei fondali marini.
“I ricercatori hanno a lungo ipotizzato che le perturbazioni fisiche del fondale marino, come quelle causate da attrezzature da pesca, aumentino la conversione del carbonio organico in anidride carbonica, ma i modelli teorici non hanno ricevuto documentazione sotto forma di valori misurati. Ora abbiamo dimostrato attraverso esperimenti di laboratorio che è effettivamente così”, spiega il ricercatore senior Christian Lønborg, Institute for Ecoscience, Aarhus, che ha guidato lo studio. Negli esperimenti di laboratorio, in cui il fondale marino è stato agitato più volte nell’arco di circa quattro mesi, i ricercatori hanno misurato che la conversione del carbonio e il rilascio di azoto aumentavano quando il fondale marino veniva agitato fino a formare una specie di pennacchio, come accade durante la pesca a strascico. Le attività umane, come la pesca a strascico rimescolano il fondale marino nella colonna d’acqua. Ciò accelera la degradazione del materiale organico, rilasciando sia anidride carbonica che nutrienti. La produzione aggiuntiva di anidride carbonica, un gas serra, rappresenta un ulteriore onere per il clima e quindi incide sull’ambiente globale. Quando i nutrienti vengono rilasciati, possono potenzialmente stimolare la crescita delle alghe nelle acque costiere. Poiché le alghe producono carbonio organico, questo fornisce un ulteriore apporto di carbonio che deve essere elaborato sul fondale marino. Il ricambio di materia organica nell’acqua consuma ossigeno. E le perturbazioni del fondale marino contribuiscono quindi a condizioni di ossigeno più scarse nell’acqua immediatamente sopra il fondale marino.(30Science.com)