Gianmarco Pondrano d'Altavilla

GB rischia di consegnare futuro dell’economia green alla Cina

(25 Ottobre 2024)

Roma – Il governo del Regno Unito dovrebbe investire subito in infrastrutture green, altrimenti la produttività relativa rimarrà indietro rispetto a quella di Cina, Stati Uniti e altri Paesi. E’ quanto emerge da un nuovo rapporto redatto da ricercatori dell’Università di Cambridge e della London School of Economics and Political Science (LSE). L’ex responsabile delle previsioni economiche del Tesoro del Regno Unito, Dimitri Zenghelis , che ha guidato il lavoro dietro il rapporto, afferma che le regole autoimposte dal governo britannico sugli investimenti infrastrutturali devono essere modernizzate per stimolare l’innovazione necessaria per la prosperità del Regno Unito. Il rapporto sostiene che il Tesoro non dovrebbe essere prigioniero di una narrazione imprecisa, che presuppone che investire in infrastrutture verdi costi troppo e che indebitarsi per finanziare la transizione verso un’economia a zero emissioni nette peggiorerà le finanze pubbliche del Regno Unito nel lungo termine. Zenghelis afferma: “Questo è in effetti il motore di crescita del 21 ° secolo. La responsabilità fiscale richiede di investire in attività che generano rendimenti privati e pubblici sostenibili, incoraggiando al contempo il risparmio nazionale”. Il rapporto critica le norme fiscali del Regno Unito, combinate con la rigida applicazione da parte del Tesoro dell’ “analisi costi-benefici” per gli investimenti verdi. Questi fattori si combinano per rendere praticamente impossibile l’aumento della crescita economica e hanno intrappolato il Regno Unito in un “ciclo di austerità”. Zenghelis afferma: “Gli investimenti pubblici sono soggetti a cicli di prosperità e carestia, diventando il bersaglio facile che viene tagliato per rispettare le regole ogni volta che ci sono cattive notizie economiche”. L’analisi costi-benefici è un approccio contabile ristretto utilizzato per valutare i vantaggi (benefici) e gli svantaggi (costi) associati a una particolare decisione, progetto o politica, supponendo che il resto del sistema rimanga invariato. Zenghelis afferma: “siamo già in una rivoluzione tecnologica trasformativa su larga scala, in cui l’intero sistema sta cambiando. L’analisi dei costi marginali è lo strumento sbagliato”. Secondo il rapporto, il ritorno sull’investimento progetto per progetto non è la misura giusta per i decisori nel mezzo di una massiccia rivoluzione economica trasformativa spinta dall’intelligenza artificiale, dall’automazione e dall’innovazione legata al clima. Gli investimenti devono completarsi a vicenda quando si costruisce una nuova rete che modifica il sistema e crea una cascata di effetti sull’economia, con ripercussioni su posti di lavoro, produttività e costi. Il rapporto del Cambridge Zero Policy Forum e del Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment presso la LSE mostra come la Cina e gli Stati Uniti abbiano superato il Regno Unito e altre grandi economie stabilendo chiari obiettivi strategici industriali e spendendo centinaia di miliardi in investimenti e crediti d’imposta correlati al cambiamento climatico. I loro investimenti hanno già determinato una crescita massiccia delle fonti di energia rinnovabili, dei veicoli elettrici, delle batterie, delle pompe di calore etc. Zenghelis afferma: “La Cina e gli Stati Uniti hanno preso decisioni strategiche e politiche per utilizzare la mitigazione del cambiamento climatico come strumento di crescita piuttosto che fissarsi su modelli di analisi costi-benefici che non sono appropriati”. Il rapporto sostiene che gli effetti moltiplicatori degli investimenti in infrastrutture verdi sono così grandi che gli analisti hanno sistematicamente sottostimato la portata dell’aumento della produttività con l’innovazione green. Una strategia di transizione net zero non può essere gestita separatamente dal resto dell’economia. Sono necessarie anche decisioni politiche difficili su spesa pubblica, tasse, accumulo di debito e risparmio nazionale, afferma il rapporto. Zenghelis afferma: “Se il Tesoro è seriamente intenzionato ad affrontare le sfide della crescita, della produttività e della mitigazione del cambiamento climatico, allora deve essere disposto a rivalutare il suo processo decisionale”. Il rapporto raccomanda una gamma più ampia di approcci complementari e afferma che non è troppo tardi perché il Regno Unito attinga alla ricerca e all’innovazione all’avanguardia delle sue università leader a livello mondiale per cogliere le opportunità disponibili. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla