Valentina Arcovio

Inaf: nuove frequenze per la caccia agli extraterrestri

(15 Ottobre 2024)

Roma – Nessun segnale extraterrestre, almeno per il momento, e nuove preziose informazioni sulle frequenze in cui cercare. Questi sono i primi risultati scientifici ottenuti con le osservazioni dedicate al programma Search for Extra Terrestrial Intelligence (SETI) effettuate con il Sardinia Radio Telescope (SRT) dell’INAF in Sardegna. I risultati sono stati presentati dalla collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e il progetto Breakthrough Listen, in occasione del Congresso Internazionale di Astronautica (IAC) in corso a Milano fino al 18 ottobre. Lo studio, in cui sono state investigate nuove frequenze di osservazione, è stato condotto a partire dal 2022 da un team di quattro giovani studenti di Cagliari e Bologna. Con la sua parabola di 64 metri di diametro, il Sardinia Radio Telescope è uno dei dieci radiotelescopi più grandi del pianeta posizionandosi, inoltre, tra i più performanti e tecnologicamente avanzati in quanto in grado di ricevere un ampio spettro di frequenze radio, da 300 MHz a 116 GHz. Caratteristiche che lo rendono ideale anche per la ricerca di vita intelligente. Da qui la nascita di una specifica partnership tra INAF e Breakthrough Listen, che ha portato alle prime osservazioni, effettuate durante il 2021. Il team che nel 2022 ha analizzato questi dati è composto da Lorenzo Manunza, Monica Mulas, Luca Pizzuto e Alice Vendrame, quattro studenti delle Università di Cagliari e di Bologna che nell’estate di due anni fa – sotto la supervisione degli esperti INAF Andrea Melis e Maura Pilia e di alcuni colleghi americani – hanno condotto uno studio (il primo congiunto tra INAF e Breakthrough Listen), sottomesso alla rivista Acta Astronautica. Il contributo del radiotelescopio italiano è stato quello di osservare a particolari frequenze – in banda C (6,5 GHz) e in banda K (18 GHz) – la regione centrale della nostra Via Lattea, in cui si concentra una grande quantità di stelle e relativi sistemi planetari, oltre a 72 stelle designate come “sorgenti di interesse” dalla missione TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite) della NASA. “Ci sono buone ragioni per pensare che un ingegnere extraterrestre possa conoscere e utilizzare la tecnologia radio, ma non possiamo fare ipotesi sulle frequenze a cui potrebbe farlo”, spiega Lorenzo Manunza, primo autore del nuovo articolo. “Ecco perché è fondamentale che copriamo quanti più canali radio possibile utilizzando una gamma quanto più variegata di strutture osservative”, aggiunge. “Il Breakthrough Listen ha precedentemente pubblicato i risultati delle osservazioni di target TESS e del Centro Galattico utilizzando altri telescopi”, afferma il Project Scientist responsabile delle relazioni internazionali di Breakthrough Listen Vishal Gajjar, coautore del nuovo studio. “Le nuove osservazioni SRT sono complementari, coprono alcune delle frequenze precedentemente scansionate, ma si estendono anche a nuove parti dello spettro radio, attorno ai 18 GHz”, aggiunge. Con sede presso l’Università di Oxford, le ricercatrici e i ricercatori che lavorano al progetto Breakthrough Listen hanno l’obiettivo di portare avanti la più massiccia ricerca di “tecno-firme” – o segnali di vita intelligente nell’Universo – mai condotta prima. Strutture in tutto il mondo collaborano al progetto, tra cui molti dei più potenti radiotelescopi, nonché osservatori all’avanguardia che operano in altre regioni dello spettro elettromagnetico. L’obiettivo è esaminare un milione di stelle vicine, l’intero piano galattico e 100 galassie circostanti. “È emozionante vedere le ricerche di tecno-firme espandersi a nuove strutture ed è fantastico che i ricercatori all’inizio della loro carriera abbiano l’opportunità di lavorare sulle importanti sfide scientifiche e ingegneristiche per rendere queste ricerche una realtà”, osserva Karen Perez, ricercatrice che lavora con Breakthrough Listen presso la Columbia University. Perez, anche lei co-autrice della pubblicazione, ha guidato l’analisi dei dati del Centro Galattico osservati con SRT, ed ha fatto da mentore formando gli studenti italiani grazie proprio alla sua esperienza come ex stagista estiva Breakthrough Listen. “La ricerca di intelligenza extraterrestre fornisce notevoli ritorni scientifici”, aggiunge l’astrofisica dell’INAF di Cagliari Maura Pilia, co-autrice dell’articolo nonché responsabile scientifica dei tirocinanti SETI presso SRT. “Ma oltre ad aiutarci a rispondere alla profonda domanda: ‘Siamo soli?’, possiamo utilizzare gli stessi set di dati per fare scienza ausiliaria quasi gratuitamente. Ciò potrebbe includere – continua -ricerche di sorgenti radio transitorie come i lampi radio veloci, così come studi di esopianeti, che non sono stati sufficientemente esplorati a queste alte frequenze radio fino a oggi”. Il coordinatore SRT SETI e coautore dello studio, Andrea Melis, dell’INAF di Cagliari, conclude: “Nonostante non siano stati rilevati segnali extraterrestri confermati nelle nuove osservazioni. SRT sta contribuendo a ridurre le incertezze sulla potenza che dovrebbero avere eventuali trasmettitori extraterrestri per poterci raggiungere nelle frequenze finora osservate. I risultati saranno un prezioso contributo alla letteratura scientifica”. L’interesse internazionale per il programma SETI sta indubbiamente crescendo. Solo pochi giorni fa si è concluso a Cagliari il terzo SETI Italy Workshop 2024, che ha riunito oltre cento ricercatori da tutto il mondo compresi i vertici di INAF, Breakthrough Listen e SETI Institute. Ora, anche al Congresso Internazionale di Astronautica sarà dedicata un’intera giornata alla ricerca di intelligenza extraterrestre. (30Science.com)

 

Valentina Arcovio