Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Grazie alla gomma da masticare la tilapia sopravvive al freddo

(4 Ottobre 2024)

Roma – Due ingredienti comuni nella gomma da masticare la gomma arabica e la lecitina, aiutano a migliorare la salute generale della tilapia, aiutando questi pesci a sopravvivere meglio anche nei climi freddi. Questa scoperta apre la strada all’allevamento della tilapia per uso alimentare al di fuori delle regioni tropicali in cui viene comunemente allevata, potenzialmente migliorando la sostenibilità alimentare di nuove popolazioni. E’ quanto emerge da uno studio guidato dalla Benha University e pubblicato su Aquaculture Reports. Originaria dell’Africa, la tilapia del Nilo ( Oreochromis niloticus ) è stata allevata per uso alimentare fin dall’antichità grazie alla sua rapida velocità di riproduzione. Ora è una presenza comune nei mercati dei paesi tropicali, tra cui Filippine e Indonesia. Tuttavia, l’O. niloticus è sensibile al freddo e prospera solo in acqua calda con una temperatura compresa tra 26 °C e 30 °C. Il nuovo studio ha monitorato il peso, la crescita, la chimica del sangue e i livelli enzimatici degli avannotti di tilapia del Nilo nutriti con quantità variabili di gomma arabica e lecitina. La gomma arabica e la lecitina sono ingredienti comuni che si trovano nelle gomme da masticare e in altri prodotti alimentari. La gomma arabica è ricavata dalla linfa, solitamente dall’albero Acacia senegal o Sengalia senegal . Nel frattempo, la lecitina è un comune emulsionante derivato da una varietà di fonti, tra cui uova, semi di soia e semi di girasole. Entrambi hanno un’ampia varietà di usi alimentari, tra cui le gomme da masticare pronte all’uso. I ricercatori hanno scoperto che gli avannotti di tilapia del Nilo nutriti con 4 grammi di gomma arabica e 10 grammi di lecitina per chilogrammo di cibo per pesci nel corso di tre mesi hanno portato a livelli più elevati di minerali, enzimi e antiossidanti che aiutano i pesci a superare lo stress della vita invernale. Questo cambiamento è stato più che fisiologico, poiché è stato scoperto che la dieta ha persino attivato geni specifici associati alla sopravvivenza alle basse temperature. (30Science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla