Roma – Le evidenze sembrano smentire le conclusioni di uno studio, pubblicato su Science nel 2023 e finanziato da Meta, secondo il quale gli algoritmi della piattaforma social Facebook sono riusciti a filtrare con successo le notizie non attendibili relative alle elezioni del 2020, sollevando il Social Network dal ruolo di principale responsabile della disinformazione. Lo rivela uno studio condotto da un gruppo interdisciplinare di ricercatori guidati dall’Università del Massachusetts Amherst, recentemente pubblicato sulla rivista Science. Il lavoro dimostra che la ricerca finanziata da Meta è stata condotta durante un breve periodo in cui Meta ha temporaneamente introdotto un nuovo algoritmo di notizie più rigoroso rispetto a quello standard, e che i ricercatori precedenti non hanno tenuto conto del cambiamento algoritmico. Ciò ha contribuito a creare l’errata percezione, ampiamente riportata dai media, che i feed di notizie di Facebook e Instagram siano fonti ampiamente affidabili di notizie attendibili. “La prima cosa che ci ha fatto suonare un campanello d’allarme è stata quando ci siamo resi conto che i ricercatori precedenti avevano condotto un esperimento di controllo randomizzato nello stesso periodo in cui Facebook aveva apportato una modifica sistemica e a breve termine all’algoritmo delle notizie”, ha detto Chhandak Bagchi, studente laureato presso il Manning College of Information and Computer Science dell’UMass Amherst e autore principale. A partire dall’inizio del mese di novembre 2020, Meta ha introdotto 63 modifiche al feed di notizie di Facebook, espressamente progettate per ridurre la visibilità delle notizie non attendibili relative alle elezioni presidenziali statunitensi del 2020. Queste modifiche hanno avuto successo. “Ci congratuliamo con Facebook per aver implementato un algoritmo più severo per il news feed”, ha affermato Przemek Grabowicz, autore senior del lavoro, che recentemente è entrato a far parte dell’University College di Dublino ma ha condotto questa ricerca presso il Manning College of Information and Computer Science dell’UMass Amherst. Chhandak, Grabowicz e gli altri autori sottolineano che il nuovo algoritmo ha ridotto le visualizzazioni della disinformazione da parte degli utenti di almeno il 24%. Tuttavia, i cambiamenti sono stati temporanei e l’algoritmo delle notizie è tornato alla sua pratica precedente di promuovere una frazione maggiore di notizie non attendibili nel marzo 2021. Lo studio precedente si è svolto dal 24 settembre al 23 dicembre, e quindi si è sostanzialmente sovrapposto alla breve finestra in cui le notizie di Facebook sono state determinate dall’algoritmo più severo, ma il documento non specifica che i dati sono stati registrati in un momento eccezionale per la piattaforma di social media. “Il loro articolo dà l’impressione che l’algoritmo standard di Facebook sia in grado di bloccare la disinformazione, il che è discutibile”, ha dichiarato Grabowicz. Parte del problema, come scrivono Chhandak, Grabowicz e i coautori, è che gli esperimenti, come quello devono essere “preregistrati”, il che significa che Meta avrebbe potuto sapere con largo anticipo cosa avrebbero cercato i ricercatori. Tuttavia, i social media non sono tenuti a comunicare pubblicamente le modifiche significative ai loro algoritmi. “Questo può portare a situazioni in cui le aziende di social media potrebbero plausibilmente cambiare i loro algoritmi per migliorare la loro immagine pubblica se sanno di essere studiate”, hanno evidenziato gli autori. “I nostri risultati mostrano che le aziende di social media possono mitigare la diffusione della disinformazione modificando i loro algoritmi, ma potrebbero non avere incentivi finanziari per farlo”, ha sottolineato Anthony Paik, professore di sociologia presso la UMass Amherst. “Una domanda chiave è se i danni della disinformazione, per gli individui, il pubblico e la democrazia, dovrebbero essere più centrali nelle loro decisioni aziendali”, ha concluso Paik. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Facebook sceglie di non bloccare la disinformazione
(27 Settembre 2024)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.