Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Stime troppo ottimistiche sulle possibilità di stoccaggio della CO2 sottoterra

(28 Agosto 2024)

Roma – Le stime sulle effettive possibilità di utilizzo delle tecnologie per lo stoccaggio della CO2 sottoterra nel prossimo futuro sono troppo ottimistiche. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Imperial College di Londra e pubblicato su Nature Communications. Il team del Dipartimento di Scienze della Terra e Ingegneria dell’Imperial ha creato modelli che mostrano la rapidità con cui è possibile sviluppare e implementare sistemi di stoccaggio del carbonio, tenendo conto della disponibilità di una geologia idonea e dei limiti tecnici ed economici. Sebbene i risultati suggeriscano che è possibile ridurre le emissioni di CO2 su larga scala, essi suggeriscono anche che il percorso per raggiungere questo obiettivo e il contributo delle regioni chiave potrebbero differire da quanto previsto dai modelli attuali, compresi quelli dei rapporti del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC). L’autore principale Yuting Zhang, del Dipartimento di Scienze della Terra e Ingegneria dell’Imperial, ha affermato: “Ci sono molti fattori in gioco in queste proiezioni, tra cui la velocità con cui i bacini possono essere riempiti, nonché altre questioni geologiche, geografiche, economiche, tecnologiche e politiche. Tuttavia, modelli più accurati come quelli che abbiamo sviluppato ci aiuteranno a comprendere come l’incertezza nella capacità di stoccaggio, le variazioni nella capacità istituzionale tra le regioni e le limitazioni allo sviluppo potrebbero influenzare i piani climatici e gli obiettivi stabiliti dai decisori politici”. Il coautore Dr. Samuel Krevor, anche lui del Department of Earth Science and Engineering dell’Imperial, ha affermato: “Sebbene immagazzinare tra sei e 16 gigatonnellate di CO2 all’anno per contrastare il cambiamento climatico sia tecnicamente possibile, queste proiezioni elevate sono molto più incerte di quelle più basse. Questo perché non ci sono piani esistenti da parte dei governi o accordi internazionali per supportare uno sforzo su così vasta scala. Tuttavia, è importante tenere a mente che cinque gigatonnellate di carbonio immesse nel sottosuolo rappresentano comunque un contributo importante alla mitigazione del cambiamento climatico. I nostri modelli forniscono gli strumenti per aggiornare le proiezioni attuali con obiettivi realistici su come e dove dovrebbe essere sviluppato lo stoccaggio del carbonio nei prossimi decenni”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla