Roma – Millefoglio montano (Achillea millefolium), camomilla bastarda (Anthemis arvensis), fiordaliso (Centaurea cyanus), viperina piantaginea (Echium plantagineum). Sono queste alcune delle erbe che non devono mancare in una miscela di semi se il nostro obiettivo è quello di coltivare un prato capace di nutrire al meglio gli impollinatori. A mettere a punto l’elenco delle specie da coltivare i ricercatori del National Botanic Garden of Wales, e del Department of Life Sciences della Aberystwyth University (UK) che hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche sulla rivista Plants, People, Planet. I ricercatori hanno esaminato 447 articoli scientifici sulle interazioni pianta-insetto e condotto prove sul campo con miscele di semi disponibili in commercio per individuare le piante più visitate dagli impollinatori, concentrandosi su api e sirfidi. Queste analisi e test sono stati utilizzati per sviluppare due nuove miscele di semi sperimentali, valutate in termini di frequentazione da parte degli insetti e di aspetto estetico.
Gli scienziati hanno scoperto che le miscele di semi contenenti piante da fiore non autoctone insieme a specie autoctone si sono stabilizzate più rapidamente e hanno fiorito più a lungo. Queste miscele di semi hanno attirato un numero maggiore di insetti impollinatori ed erano esteticamente più gradevoli al pubblico.
“In base alla visita degli impollinatori, al successo dell’insediamento, alla disponibilità e all’aspetto estetico, raccomandiamo le seguenti specie come componenti chiave delle miscele di semi ‘amiche degli impollinatori’. Specie autoctone del Regno Unito: Achillea millefolium . Archeofite (specie introdotte nel Regno Unito prima del 1500 d.C.): Anthemis arvensis , Centaurea cyanus , Echium plantagineum , Glebionis segetum , Papaer rhoeas , Sinapis arvensis , Tripleurospermum inordorum. Specie non autoctone: Cosmos bipinnatus , Linaria maroccana , Phacelia tanacetifolia “, hanno scritto gli autori. (30Science.com)