Roma – Circa 30 mila anni fa, gli esseri umani attraversarono il mare senza mappe, strumenti di metallo o imbarcazioni moderne dall’odierna Taiwan ad alcune isole del Giappone meridionale, tra cui Okinawa. A ricostruire le curiose dinamiche di questo impressionante viaggio una coppia di studi, pubblicati sulla rivista Science Advances, condotti dagli scienziati dell’Università di Tokyo. I ricercatori, guidati da Yousuke Kaifu, hanno simulato i metodi che i popoli antichi avrebbero impiegato per compiere questi viaggi, utilizzando strumenti fedeli per ricostruire fisicamente delle canoe con i mezzi a disposizione nell’epoca. Quando e dove le prime popolazioni umane moderne migrarono e si stabilirono nell’Asia orientale sono relativamente ben noti. Tuttavia, il modo in cui queste culture si spostarono tra le isole su tratti di mare insidiosi è ancora avvolto nel mistero. Nel primo paper, il gruppo di ricerca ha utilizzato simulazioni numeriche per attraversare una delle correnti più forti del mondo, chiamata Kuroshio. Il modello dimostra che un’imbarcazione costruita con gli strumenti dell’epoca e le giuste competenze avrebbe potuto navigare attraverso le insidiose acque. Nel secondo articolo, gli autori descrivono dettagliatamente la costruzione e i test di una vera imbarcazione che il team ha utilizzato con successo per pagaiare tra isole distanti oltre 100 chilometri.
- Il team è partito a bordo della loro canoa artigianale, rendendo l’intera esperienza il più autentica possibile. ©2025 Kaifu et al. CC-By-ND Credito ©2025 Kaifu et al. CC-By-ND
- Il team ha utilizzato strumenti replica e un albero vero. ©2025 Kaifu et al. CC-BY-ND Credito ©2025 Kaifu et al. CC-By-ND
- (A sinistra) Tracciamento GPS e modellazione delle correnti oceaniche verso la fine del viaggio sperimentale. (A destra) Il team all’epoca dell’immagine a sinistra. ©2025 Kaifu et al. CC-BY-ND Credito ©2025 Kaifu et al. CC-By-ND
“Le prove archeologiche – afferma Kaifu – come resti e manufatti non possono fornire un quadro completo, poiché la natura del mare non è affatto conservativa in questo senso. Abbiamo quindi adottato un approccio di archeologia sperimentale”. “Inizialmente – aggiunge – pensavamo che le popolazioni paleolitiche usassero zattere, ma dopo una serie di esperimenti abbiamo scoperto che queste imbarcazioni sarebbero state troppo lente e poco resistenti. Le canoe, invece, sembrano l’opzione più valida. Tuttavia, tutti coloro che hanno attraversato il Kuroshio dovevano essere pagaiatori esperti”. I ricercatori hanno anche adoperato modelli oceanici avanzati per simulare centinaia di viaggi virtuali, per capire il punto di partenza più plausibile. “Il nostro lavoro – conclude Kaifu – dimostra che i primi esseri umani moderni erano associati a un elevato livello di conoscenza strategica della navigazione. Gli antichi polinesiani non avevano mappe, ma potevano attraversare quasi tutto il Pacifico. L’oceano offre una varietà di segnali per individuare la direzione giusta, come masse continentali visibili, corpi celesti, mareggiate e venti. Abbiamo imparato alcune tecniche di questo tipo lungo il cammino”. (30Science.com)