Roma – Molti dei Rotoli del Mar Morto potrebbero essere più antichi di quanto si pensasse in precedenza. Lo rivela uno studio di una squadra internazionale di ricercatori guidata dall’dell’Università di Groningen, nei Paesi Bassi, pubblicato sulla rivista open access PLOS One. I risultati sono stati ottenuti grazie ad un programma di intelligenza artificiale addestrato per studiare gli stili di scrittura di manoscritti secolari provenienti dal Medio Oriente e la datazione al radiocarbonio. Fin dalla loro scoperta, i Rotoli del Mar Morto, di enorme importanza storica e biblica, hanno trasformato la comprensione delle origini ebraiche e cristiane.

Per questo studio, gli stili di scrittura nei manoscritti digitalizzati sono stati analizzati utilizzando BiNet, una rete neurale profonda precedentemente sviluppata per il rilevamento di pattern di tracce di inchiostro manoscritte. Combinando gli stili di scrittura con le datazioni al carbonio-14 dei manoscritti utilizzando l’intelligenza artificiale, il modello di previsione della datazione Enoch è in grado di produrre una datazione accurata per il manoscritto. Credito Maruf Dhali, Università di Groningen
Tuttavia, sebbene la datazione generale dei rotoli vada dal III secolo a.C. al II secolo d.C., i singoli manoscritti finora non potevano essere datati con certezza. Ora, combinando la datazione al radiocarbonio, la paleografia e l’intelligenza artificiale, il gruppo internazionale di ricercatori ha sviluppato un modello di previsione della datazione, chiamato Enoch, che fornisce stime molto più accurate per i singoli manoscritti su base empirica. Utilizzando questo modello, i ricercatori hanno dimostrato che molti Rotoli del Mar Morto sono più antichi di quanto si pensasse in precedenza. E per la prima volta, hanno stabilito che due frammenti di rotolo biblico provengono dall’epoca dei loro presunti autori biblici. Enoch utilizza una rete neurale profonda, BiNet, per rilevare pattern microscopici nelle tracce di inchiostro e nella forma dei caratteri, permettendo una datazione probabilistica dei manoscritti con un’incertezza di circa 30 anni, superiore in precisione rispetto alle tradizionali tecniche paleografiche. Per la prima volta, questo approccio ha consentito di colmare una lacuna cronologica tra il IV secolo a.C. e il II secolo d.C., periodo per il quale mancavano riferimenti datati affidabili. Applicando Enoch a 135 Rotoli del Mar Morto, i ricercatori hanno trovato che circa il 79% delle stime di età erano realistiche, mentre il 21% risultava incerto o discordante rispetto alle precedenti valutazioni paleografiche. In particolare, sia Enoch sia la datazione al radiocarbonio hanno indicato che molti rotoli sono più antichi di quanto si credesse, anticipando la comparsa di stili di scrittura come quello asmoneo e quello erodiano di decenni rispetto alle stime tradizionali. Lo studio ha stabilito che due frammenti biblici, 4QDaniele c (4Q114) e 4QQohelet a (4Q109), risalgono all’epoca in cui si presume siano stati scritti i testi originali, rispettivamente nel II e III secolo a.C. Ciò apre nuove prospettive per studiare le “mani” che hanno scritto la Bibbia, fornendo prove tangibili di autori anonimi in epoche storiche specifiche. Questo lavoro multidisciplinare rappresenta un avanzamento cruciale per la datazione dei manoscritti antichi, combinando fisica, paleografia e intelligenza artificiale per ottenere stime oggettive e quantificate, con potenziali applicazioni anche ad altre collezioni di manoscritti storici parzialmente datati. (30Science.com)