Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Per la prima volta l’estrazione del nickel diviene green

(5 Maggio 2025)

Roma – I ricercatori hanno sviluppato un processo per raffinare il nichel che potrebbe ridurre drasticamente le emissioni di carbonio del settore, che attualmente equivalgono alle emissioni totali di un piccolo Paese. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Nature e guidato dal Max-Planck-Institut für Eisenforschung. Il nichel è un ingrediente chiave dell’acciaio inossidabile e si prevede che il suo utilizzo nelle batterie agli ioni di litio raddoppierà la domanda globale di nichel entro il 2040. Tuttavia, presenta uno dei processi di produzione più inquinanti tra tutti i metalli. In media, la raffinazione di una tonnellata di minerale di nichel produce circa 20 tonnellate di anidride carbonica. Questa intensità di carbonio potrebbe aumentare ulteriormente con l’aumento dell’estrazione di nichel dalle lateriti, un tipo di minerale attualmente sottoutilizzato. Questo processo può rilasciare oltre 40 tonnellate di anidride carbonica per tonnellata di nichel, in parte perché si basa sul coke ricco di carbonio – un materiale solitamente derivato dal carbone – per rimuovere l’ossigeno dalla roccia attraverso la riduzione chimica. Gli autori del nuovo studio hanno sviluppato un metodo alternativo che estrae l’ossigeno utilizzando plasma di idrogeno. In un esperimento su piccola scala, hanno inserito laterite macinata in un forno elettrico ad arco da tavolo. Hanno quindi iniettato idrogeno gassoso e lo hanno ionizzato con un’intensa corrente elettrica. Gli ioni di idrogeno hanno privato la roccia del suo ossigeno, producendo una miscela di nichel e ferro ad alta purezza, insieme a silicati di magnesio, che secondo gli autori potrebbero essere utilizzati per produrre mattoni. La produzione di idrogeno è di per sé un processo ad alta intensità energetica, ma può essere alimentata da fonti rinnovabili. Al contrario, l’utilizzo di coke o carbone negli altiforni produce inevitabilmente CO2. I ricercatori hanno calcolato che il loro processo al plasma potrebbe ridurre le emissioni di CO2 dell’84 per cento rispetto alla tipica lavorazione della laterite e consumerebbe il 18 per cento di energia in meno.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla