Roma – Il caldo e la siccità più frequenti hanno inferto un duro colpo alle rese delle colture, in particolare per cereali chiave come grano, orzo e mais. E’ quanto emerge da uno studio guidato dalla Stanford University e pubblicato su PNAS, secondo il quale le rese globali di orzo, mais e grano sono inferiori dal 4 al 13 per cento rispetto a quanto sarebbero state in assenza di cambiamenti climatici. I risultati rispecchiano le preoccupazioni sollevate in uno studio pubblicato a marzo, secondo cui la produttività agricola statunitense potrebbe subire un drastico rallentamento nei prossimi decenni senza ingenti investimenti nell’adattamento climatico. Nel complesso, gli studi evidenziano la crescente necessità di modelli più accurati e strategie di adattamento più intelligenti. “Nel complesso, credo che la climatologia abbia fatto un lavoro straordinario nell’anticipare gli impatti globali sui principali cereali, e dovremmo continuare a fare affidamento su questa scienza per orientare le decisioni politiche” ha affermato l’autore principale dello studio David Lobell “Semmai, credo che i punti ciechi siano stati nelle colture specializzate, per le quali non disponiamo di una modellizzazione così ampia, ma che sono molto importanti per i consumatori. Tra queste rientrano prodotti come caffè, cacao, arance e olive. Tutti questi hanno dovuto affrontare difficoltà di approvvigionamento e aumenti di prezzo. Questi fattori sono meno importanti per la sicurezza alimentare, ma potrebbero essere più evidenti per i consumatori che altrimenti potrebbero non essere interessati al cambiamento climatico”.(30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Climate change ha abbassato la produttività dei cereali di fino al 13%
(8 Maggio 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla