Valentina Di Paola

Studio descrive come individuare idrogeno pulito naturale

(13 Maggio 2025)

Roma – Quantità di gas, tipi di roccia e condizioni in cui si trova, modo in cui si sposta nel sottosuolo. Sono queste le caratteristiche geologiche da considerare per rilevare fonti pulite di idrogeno naturale. A descriverle uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Reviews Earth & Environment, condotto dagli scienziati dell’Università di Oxford, dell’Università di Durham e dell’Università di Toronto. Il team, guidato da Jon Gluyas, Chris Ballentine e Barbara Sherwood Lollar, ha valutato gli ingredienti geologici necessari per trovare fonti pulite di idrogeno naturale, un elemento prodotto dalla Terra nel corso delle ere geologiche e accumulato nella crosta. L’industria dell’idrogeno, spiegano gli esperti, è valutata a circa 135 miliardi di dollari, ed è essenziale per la produzione di fertilizzanti e di altri importanti prodotti chimici per la società. L’idrogeno è infatti una fonte di energia pulita fondamentale per le future tecnologie a basse emissioni di carbonio, con un mercato che si stima possa raggiungere i 1.000 miliardi di dollari entro il 2050, e una richiesta che potrebbe aumentare da 90 a 540 milioni di tonnellate. Attualmente, l’idrogeno viene prodotto dagli idrocarburi, con i gas di scarico che contribuiscono al 2,4 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica.

Negli ultimi miliardi di anni, la crosta continentale terrestre ha prodotto una quantità di idrogeno gassoso sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico dell’umanità per almeno 170 mila anni. Sebbene una parte di questo sia andata perduta o sia inaccessibile, l’idrogeno disponibile potrebbe offrire una fonte naturale e pulita di questa preziosa risorsa naturale. I ricercatori hanno scoperto che per individuare serbatoi di idrogeno è fondamentale considerare la quantità di gas prodotta, i tipi di roccia e le condizioni in cui si forma, insieme alle variabili che permettono lo sviluppo di giacimenti e quelle che invece ne provocherebbero la distruzione. “Sappiamo che i microbi sotterranei – afferma Lollar – si nutrono di idrogeno. Evitare ambienti che li mettano a contatto con l’idrogeno è importante per preservare questa risorsa”. Gli autori hanno dimostrato che gli ingredienti per un sistema completo dell’idrogeno si possono trovare in una serie di contesti geologici comuni all’interno della crosta. Alcuni di questi possono essere geologicamente giovani, e l’idrogeno che producono risalirebbe al massimo a qualche decina di milioni di anni fa. I più antichi, invece, si sono formati centinaia di milioni di anni fa. “Combinare gli ingredienti per trovare l’idrogeno – conclude Ballentine – è molto complicato. Basta un piccolo errore in uno dei fattori, e si rimane delusi. Abbiamo l’esperienza giusta per combinare questi ingredienti e trovare quella ricetta”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).