Roma – Avere amici e coltivare relazioni sociali è importante, ma può anche portare a conseguenze negative, che variano a seconda del genere sessuale. Questo, almeno, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto dagli scienziati del Dian Fossey Gorilla Fund, dell’Università di Exeter e del Politecnico Federale di Zurigo. Il team, guidato da Sam Ellis e Robin Morrison, ha esaminato oltre 20 anni di dati raccolti su 164 gorilla di montagna selvatici del Parco nazionale dei Vulcani, in Ruanda. Scopo dell’indagine, quello di verificare la connessione tra la vita sociale e la salute. Costi e benefici, riportano gli esperti, variavano a seconda delle dimensioni dei gruppi di gorilla e differivano tra maschi e femmine. Ad esempio, le femmine amichevoli che vivevano in piccoli gruppi non si ammalavano molto spesso, ma avevano meno prole, mentre quelle che vivevano in gruppi più grandi si ammalavano di più, ma avevano tassi di natalità più elevati. Al contrario, gli uomini con legami sociali tendevano ad ammalarsi di più, ma avevano meno probabilità di ferirsi durante i combattimenti. “Instaurare diversi legami solidi – afferma Morrison – è generalmente positivo per i primati, ma ci sono conseguenze da considerare”.
- Due femmine subadulte di gorilla di montagna giocano insieme nel Parco nazionale dei vulcani, in Ruanda. Credito Fondo per i gorilla di Dian Fossey.
- Tre generazioni di gorilla di montagna sedute insieme. Gutangara tiene in braccio la figlia neonata, accanto alla figlia adulta Shishikara e al nipote Kira. Credito Fondo per i gorilla di Dian Fossey.
- Una famiglia di gorilla di montagna riposa insieme, nel Parco Nazionale dei Vulcani, in Ruanda. Il contatto fisico durante il riposo è indice di strette relazioni sociali e tolleranza tra i gorilla. Credito Fondo per i gorilla di Dian Fossey.
Le differenze nel rischio di malattie, ad esempio, potrebbero dipendere dal dispendio energetico dei maschi durante il mantenimento dei legami. “Negli esseri umani e negli altri mammiferi sociali – aggiunge Ellis – l’ambiente sociale è uno dei più forti predittori della salute e della durata della vita. Il nostro lavoro dimostra però che il legame tra questi fattori potrebbe essere più complesso di quanto ipotizzato finora”. I gorilla del del Parco nazionale dei Vulcani, vivono generalmente in gruppi di circa 12 individui, con un unico maschio dominante. I ricercatori riportano il caso di Gutangara, una femmina adulta, che vive in uno dei gruppi più numerosi: la gorilla ha buoni rapporti con molti esemplari ma trascorre la maggior parte del tempo con i suoi otto figli. Poi c’era Maggie, la femmina di rango più elevato, uno dei membri più aggressivi del gruppo, che però si dedicava anche a forme di supporto amichevole. Tra i maschi, gli autori descrivono Titus, che aveva perso i genitori a solo quattro anni ed è diventato il maschio dominante del suo gruppo a 15 anni, mantenendo una leadership insolitamente calma e gentile. Altra esperienza curiosa, quella di Cantsbee, che ha portato avanti il periodo di dominanza più lungo mai registrato e ha generato almeno 28 figli. “Questo lavoro – conclude Tara Stoinski, CEO e Direttore scientifico del Dian Fossey Gorilla Fund e altra firma dell’articolo – ci permette di evidenziare la dualità tra costi e benefici della socialità e di come possano variare nei diversi ambienti”.(30Science.com)