Roma – Nuove scoperte mettono in dubbio l’ipotesi che le striature scure sui pendii marziani siano causate da flussi di acqua liquida. È quanto emerge da uno studio condotto da scienziati planetari della Brown University e dell’Università di Berna in Svizzera, pubblicato su Nature Communications. La ricerca ha utilizzato tecniche di apprendimento automatico per analizzare oltre 86.000 immagini satellitari ad alta risoluzione, creando una mappa globale contenente più di 500.000 striature di pendio marziane. Per anni, gli scienziati hanno osservato strane scie che scorrono lungo i fianchi delle scogliere e le pareti dei crateri marziani. Alcuni le hanno interpretate come flussi di liquidi, suggerendo la possibilità di ambienti attualmente abitabili sul Pianeta Rosso. Ma questo nuovo studio, che ha utilizzato l’apprendimento automatico per creare e analizzare un enorme set di dati sulle caratteristiche delle scie dei pendii, suggerisce una spiegazione diversa: un processo di secchezza correlato all’attività del vento e della polvere. Gli autori hanno, dunque, dimostrato che queste caratteristiche si formano probabilmente attraverso valanghe secche di polvere innescate da vento e impatti, piuttosto che da acqua liquida. L’analisi geostatistica ha evidenziato che le striature non sono associate a condizioni che suggerirebbero la presenza di acqua, come orientamento specifico del pendio, elevate fluttuazioni di temperatura o umidità, ma piuttosto a luoghi con alta velocità del vento e deposizione di polvere. I risultati suggeriscono che le striature e le linee di pendenza ricorrenti, RSL, osservate fin dagli anni Settanta, sono fenomeni geologici attivi di natura secca, con implicazioni importanti per la comprensione del clima marziano e per la sicurezza delle future missioni spaziali, riducendo il rischio di contaminazione biologica di ambienti potenzialmente abitabili.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Pendii striati su Marte non sono segni del flusso d’acqua
(19 Maggio 2025)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.