Valentina Di Paola

Le uova si rompono meno se cadono di lato

(9 Maggio 2025)

Roma –  Le uova che cadono di lato sono associate a un rischio inferiore di rottura rispetto al caso in cui cadano verticalmente. Questo bizzarro risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Communications Physics, condotto dagli scienziati del Massachusetts Institute of Technology. Il team, guidato da Tal Cohen, Hudson Borja da Rocha e S. Kiana Naghibzadeh, ha valutato le capacità di resistenza del guscio dell’uovo, in relazione alle dinamiche di cadute. I ricercatori si sono basati sul noto obiettivo della “egg drop challenge”, un comune esperimento scolastico che sfida gli alunni a lasciar cadere un uovo cercando di evitarne la rottura. Gli autori hanno condotto una serie di 180 test di caduta per confrontare il modo in cui le uova di gallina si rompono quando orientate verticalmente o di lato.

Le uova sono state lasciate in balia della gravità da tre diverse altezze: otto, nove e dieci millimetri. Stando a quanto emerge dall’indagine, le uova cadute verticalmente tendevano a rompersi a un’altezza inferiore. In particolare, oltre il 50 per cento delle uova del gruppo a otto millimetri non restavano integre, mentre quelle che raggiungevano la superficie dura con un orientamento orizzontale si rompevano meno del 10 per cento delle volte. Il test di compressione ha rivelato inoltre che le uova sono più flessibili attorno al loro equatore e quindi in grado di assorbire più energia in questo orientamento prima di rompersi. Le uova, aggiungono gli esperti, sembrano più rigide quando compresse verticalmente, ma questo non significa necessariamente che siano anche più resistenti in quella direzione. Nei prossimi approfondimenti, concludono gli autori, sarà interessante esplorare l’applicazione di questi risultati a scenari ingegneristici, ad esempio per studiare la risposta delle strutture ai carichi dinamici.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).