Roma – Scoprire i processi e i fenomeni che portano alla formazione delle mini dune di sabbia. A questo obiettivo è stato orientato uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto dagli scienziati dell’Università di Southampton e istituti di ricerca francesi. Il team, guidato da Jo Nield, ha esaminato le protodune, delle piccole formazioni di sabbia alte pochi centimetri, che si manifestano e spariscono in tempi relativamente brevi. Sebbene la formazione delle grandi dune del deserto sia ben compresa, la stessa teoria non sembra applicabile alle loro controparti più modeste. Comprendere queste dinamiche, sottolineano gli autori, potrebbe contribuire a spiegare anche la formazione di dune e avvallamenti su Marte e altri pianeti.

Il professor Jo Neild in piedi dietro una distesa di mini dune in Namibia, mentre conduce ricerche utilizzando apparecchiature di scansione laser terrestre. Foto di Matthew Baddock.
“Le protodune – afferma Nield – sono letti di sabbia su scala più piccola. Ci sono ipotesi già avvalorate su come si formino le grandi dune ondulate del deserto, ma non sembrano valide anche per le superfici umide, come le spiagge e le zone di ghiaia”. Stando a quanto emerge dall’indagine, la sabbia che si muove su superfici dure e consolidate rimbalza più in alto e viene trasportata maggiormente dal vento. Una volta atterrata su una superficie più morbida e increspata, la sabbia si accumula. “La sabbia non rotola sul terreno – commenta Nield – salta fino a circa un metro e poi si stabilizza sulle zone increspate. Una volta che le protuberanze cominciano a formarsi, queste influenzano i modelli di vento, promuovendo la crescita della duna”. “Il modello – conclude Philippe Claudin, coautore dello studio del Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica (CNRS) – può replicare quasi perfettamente ciò che osserviamo nei nostri dati sul campo. È interessante notare che osserviamo andamenti simili nelle zone aride con ghiaia e nelle zone costiere con umidità. Le proto-dune non sono un’esclusiva della Terra. Il team di ricerca sta ora studiando come si formano le mini-dune su Marte. Siamo davvero entusiasti di vedere come ciò che abbiamo imparato sulla Terra potrebbe essere applicato a Marte”. (30Science.com)