Lucrezia Parpaglioni

La perdita di ghiaccio marino altera i colori della luce nell’oceano

(6 Maggio 2025)

Roma – La scomparsa del ghiaccio marino nelle regioni polari, causata dal riscaldamento globale, non solo aumenta la quantità di luce che penetra nell’oceano, ma ne modifica anche il colore. Lo rivela lo studio guidato dai biologi marini, Monika Soja-Woźniak e Jef Huisman, dell’Istituto per la Biodiversità e la Dinamica degli Ecosistemi, IBED, e dell’Università di Amsterdam, pubblicato su Nature Communications. La ricerca dimostra che Il ghiaccio marino disperde e riflette gran parte della luce, ma la poca luce che filtra contiene quasi tutte le lunghezze d’onda visibili. Al contrario, l’acqua di mare assorbe la luce rossa e verde, lasciando che la luce blu penetri più in profondità e conferisca all’oceano la sua tipica tonalità blu. Le molecole d’acqua liquide vibrano liberamente, creando bande di assorbimento che selezionano porzioni dello spettro luminoso, mentre nel ghiaccio, la struttura cristallina blocca queste vibrazioni e permette il passaggio di uno spettro più ampio di colori. Quando il ghiaccio si scioglie, l’ambiente luminoso subacqueo passa da un ampio spettro a uno dominato dal blu, alterando la fotosintesi e favorendo specie algali adattate alla luce blu a discapito delle alghe del ghiaccio. Secondo Huisman, questi cambiamenti possono avere effetti ecologici a cascata su tutta la rete alimentare artica, influenzando pesci, uccelli e mammiferi marini, oltre a incidere sull’assorbimento naturale di CO₂ da parte dell’oceano. Lo studio sottolinea l’importanza di includere gli spettri luminosi e la fotosintesi nei modelli climatici, specialmente nelle regioni polari dove i cambiamenti sono sempre più rapidi.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.