Roma – Gli scimpanzé si prendono cura delle proprie ferite e di quelle degli altri applicando foglie medicinali. A documentarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Ecology and Evolution, condotto dagli scienziati dell’Università di Oxford. Il team, guidato da Elodie Freymann, ha analizzato gli scimpanzé nella foresta di Budongo, in Uganda. I risultati suggeriscono che l’assistenza medica tra questi primati potrebbe essere più diffusa di quanto ipotizzato finora, e che non si limiti all’attenzione rivolta ai parenti più stretti. “La nostra ricerca – afferma Freymann – contribuisce a far luce sulle radici evolutive della medicina umana e dei sistemi sanitari”. Nell’ambito dell’indagine, i ricercatori hanno esaminato due comunità di scimpanzé nella foresta di Budongo: Sonso e Waibira. Come tutti i membri della specie, gli esemplari di questi gruppi sono vulnerabili alle lesioni, causate da combattimenti, incidenti o trappole di origine antropica.
Gli scienziati hanno trascorso quattro mesi osservando ciascun sottoinsieme, utilizzando anche evidenze video del database del Great Ape Dictionary. Gli studiosi hanno identificato tutte le piante utilizzate per la cura esterna, molte delle quali erano associate a proprietà chimiche in grado di migliorare la guarigione delle ferite. La comparazione ha rivelato un numero maggiore di episodi di cura reciproca a Sonso rispetto a Waibira. “Questa disparità – riporta Freymann – potrebbe dipendere da vari fattori, come possibili differenze nella stabilità della gerarchia sociale o maggiori opportunità di osservazione nella comunità di Sonso”. Nell’arco delle osservazioni, gli autori hanno documentato complessivamente 41 casi di accudimento. Di questi, 31 riguardavano la cura di sé, mentre sette mostravano gli animali rivolgere le proprie attenzioni a un altro individuo.
Gli approcci con le ferite comprendono diverse tecniche, come leccare la ferita per rimuovere detriti e applicare antimicrobici, leccarsi le dita, tamponare con delle foglie e masticare materiali vegetali per poi applicarli alle ferite. “Abbiamo anche documentato – scrivono gli autori – diversi comportamenti igienici, tra cui la pulizia dei genitali con foglie dopo l’accoppiamento e la pulizia dell’ano dopo la defecazione, pratiche che possono aiutare a prevenire le infezioni”. Dei sette casi di assistenza prosociale, i ricercatori hanno descritto due medicazioni di ferite, due esempi di assistenza e un aiuto con l’igiene. “Queste evidenze – commenta Freymann – si aggiungono al corpus di prove a dimostrazione del fatto che gli scimpanzé riconoscono i bisogni degli altri e si impegnano per soddisfarli. Saranno necessari ulteriori approfondimenti sui contesti sociali ed ecologici in cui avviene l’assistenza”. “Allo stesso tempo – conclude – dovremo condurre analisi farmacologiche per confermarne le specifiche proprietà medicinali delle piante che abbiamo osservato. Inoltre, la relativa rarità dell’assistenza sanitaria prosociale rende difficile identificare modelli relativi a questi episodi”.(30Science.com)