Lucrezia Parpaglioni

Antiche proteine ​​dello smalto denti rivelano diversità nascosta nel Paranthropus africano – (NOTIZIA CON EMBARGO ORE 20.00 DEL 29 MAG.)

(30 Maggio 2025)

Roma  – Dall’analisi di antiche proteine ​​conservate nello smalto dei denti fossilizzati sono emerse informazioni sulla natura sfuggente di  Paranthropus robustus, un antico parente umano, suggerendo una maggiore diversità all’interno di  Paranthropus  rispetto a quanto precedentemente riconosciuto e supportando la possibilità di più specie distinte all’interno del genere. Lo rivela uno studio guidato da Jesper V. Olsen, dell’Università di Copenaghen, Rebecca R. Ackermann, dell’Università di Città del Capo e Enrico Cappellini, dell’Università di Copenaghen, riportato sulla rivista Science. La ricerca ha utilizzato l’analisi di antiche proteine dello smalto dentale per indagare la diversità genetica e biologica all’interno del genere Paranthropus, in particolare della specie Paranthropus robustus. Gli autori hanno applicato tecniche avanzate di spettrometria di massa ad alta risoluzione e paleoproteomica su quattro fossili di P. robustus, datati tra 1,8 e 2,2 milioni di anni e rinvenuti nella grotta di Swartkrans, Sudafrica. L’analisi delle sequenze proteiche dello smalto ha rivelato una variazione molecolare significativa tra gli individui esaminati, includendo prove di esemplari maschili e femminili. Questi risultati mettono in discussione la tradizionale determinazione del sesso basata sulle dimensioni dentali e indicano che il dimorfismo sessuale non può da solo spiegare la diversità osservata nel registro fossile. In particolare, uno degli individui analizzati appare geneticamente distinto dagli altri, suggerendo la possibile esistenza di più specie distinte all’interno del genere Paranthropus o una notevole variazione intraspecifica. Questi dati supportano le recenti evidenze morfologiche che indicano una diversità tassonomica precedentemente non riconosciuta, inclusa la specie proposta Paranthropus capensis. Lo studio supera i limiti del sequenziamento del DNA antico, che non si conserva bene nei fossili africani più antichi di 20.000 anni, utilizzando invece le proteine dello smalto, più resistenti nel tempo. Ciò ha permesso di ottenere nuove informazioni sulle relazioni evolutive e la variabilità biologica di ominini del Pliocene-Pleistocene, come Paranthropus, che coesisteva con altri ominini primitivi quali Australopithecus e Homo. Questi risultati sfidano le ipotesi di lunga data che vedevano Paranthropus robustus come un gruppo evolutivo omogeneo, suggerendo invece una complessità e una diversità nascosta che arricchiscono la comprensione dell’evoluzione umana antica.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.