Valentina Arcovio

SIME: medicina estetica spopola sui social

(15 Maggio 2025)

Roma – La medicina estetica è uno dei temi più “popular” sui social media. Almeno questo è quanto si evince da un’indagine condotta dall’Osservatorio sui Media e la Comunicazione con il supporto della piattaforma Telpress Mediascope, i cui risultati sono stati presentati in occasione del 46esimo congresso annuale della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME). In particolare, sono stati monitorati nel periodo compreso tra il 1 gennaio e il 30 aprile 2025, 7.887 mentions (ovvero il totale delle rilevazioni come articoli, post e commenti, pubblicati sui siti di informazione online, sui blog e sui profili social) che hanno generato 23 milioni di impressions totali (ovvero il numero totale di volte in cui un post, un articolo o un video, viene visualizzato dagli utenti, anche senza che questi lo aprano completamente o interagiscano con esso) e 458.000 interazioni. Questi numeri dimostrano l’interesse intorno all’argomento “medicina estetica”, ma anche il ruolo centrale dei social media nella comunicazione di questo settore. I social più interessati alle conversazioni a tema medicina estetica e che hanno raggiunto un pubblico maggiore sono risultati YouTube (3.760 post), siti web di settore (2.940 post), Instagram (755 post), Facebook (340 post), X (14 post), TikTok (76 post), Reddit (2 post). Il tono di questi post è improntato ad un sentiment negativo (11,2% dei casi), neutro nel 22,8% dei casi o positivo (nel 66% dei casi). Le tematiche dei post con sentiment negativo sono relative ai medici che praticamente trattamenti illegali, ma anche – a sorpresa – all’intelligenza artificiale applicata alla medicina estetica e al cosiddetto “Beauty Burnout”, una nuova declinazione di stress esistenziale generata dal dover essere “belli a tutti i costi”. I post sui casi di cronaca sono tra quelli che riscuotono più interesse: da medici e non addetti ai lavori che praticano trattamenti illeciti, anche con prodotti scaduti o non idonei, dannosi e rischiosi per i pazienti (ad esempio iniezioni di silicone, al posto dell’acido ialuronico). Molto popolari anche le nuove tendenze “natural beauty” e sulla medicina rigenerativa. “Da medici, è nostro dovere distinguere nettamente la medicina estetica etica e sicura dalla pratica abusiva o scorretta”, sottolinea Nadia Fraone, consigliere della SIME. “I prodotti scaduti, non tracciabili o impiegati off-label senza evidenza scientifica, possono causare complicanze gravi. Questo fenomeno – prosegue – non solo danneggia i pazienti, ma scredita l’intera categoria. Come società scientifica, dobbiamo promuovere la cultura della medicina estetica funzionale, integrata e scientificamente validata, anche nell’ambito della ‘natural beauty’ e della medicina rigenerativa, che oggi attirano un grande interesse ma rischiano di essere banalizzate o travisate se non inquadrate correttamente. L’innovazione deve sempre camminare insieme alla responsabilità clinica e all’evidenza”. L’idea di medicina estetica che emerge dall’indagine è dunque diversa dal passato e configura una vera e propria ‘filosofia estetica’, che vuole prendere le distanze dalle “scorciatoie” e dagli “artifici”, spostando il baricentro dell’interesse sul benessere psico-fisico e sulla bellezza naturale. Una medicina estetica insomma “delicata” e più naturale, che offra risultati equilibrati e personalizzati, finalizzati al raggiungimento del benessere globale, che il vivere in armonia con il proprio corpo e il proprio aspetto fisico può dare, configurando così il superamento di un’idea di bellezza fine a se stessa. “E questo non può che essere una grande soddisfazione per me e per tutto il Consiglio Direttivo della SIME che oramai da anni sta cercando di educare il pubblico al corretto ‘utilizzo’ della medicina estetica con talk show, decaloghi e podcast”, dice il presidente della SIME Emanuele Bartoletti. “I pazienti devono imparare a scegliere il giusto medico estetico, che non cede alle loro richieste senza sottoporli ad un check up di medicina estetica, che fornisca sempre loro un consenso informato prima di sottoporli a qualsiasi terapia e che abbia seguito un percorso formativo idoneo (Scuola quadriennale o Master universitario) che lo abbia formato a conoscere, prevenire, riconoscere, e curare ogni tipo di complicanza. Solo affidandosi ad un professionista serio – conclude – si può avere il meglio da questa meravigliosa disciplina che ci permetterà di vivere la nostra vita nel completo equilibrio psicofisico”. (30Science.com)

Valentina Arcovio