Roma – Nuove tecnologie per potenziare il monitoraggio dei terremoti, in particolare nell’area dei Campi Flegrei, una delle zone vulcaniche a maggior rischio nel Paese. La manutenzione straordinaria e attrezzature scientifiche più avanzate per la ‘Laura Bassi’, la nave rompighiaccio italiana impegnata nella ricerca nelle aree polari e oceanografiche per affrontare le grandi sfide ambientali del nostro tempo. Ma anche, il potenziamento delle infrastrutture per lo studio di magneti superconduttori e materiali superconduttivi ad alta temperatura, tecnologie molto promettenti per il settore della sostenibilità energetica. E ancora, il rafforzamento delle ricerche sulla fibra ottica per lo studio della metrologia, per consolidare il ruolo che l’Italia ha in ambito europeo. Sono alcuni degli interventi pronti a essere messi in cantiere grazie al Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca. Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha firmato il decreto che ripartisce la nuova annualità del Fondo per gli Enti di Ricerca. Per il 2025 lo stanziamento complessivo è di 94 milioni di euro.
“La sostenibilità, l’intelligenza artificiale, le sfide ambientali, il monitoraggio dei terremoti: la ricerca ha bisogno di investimenti, è necessario garantire risorse ai progetti scientifici, finanziare le nuove infrastrutture, sostenere le tecnologie più avanzate. Noi lavoriamo per questo – spiega il Ministro Anna Maria Bernini -. E i 94 milioni che abbiamo stanziato per il Fondo dell’edilizia e di ammodernamento delle infrastrutture scientifiche aggiunge un importante tassello per la crescita della nostra ricerca. Con queste risorse gli Enti avranno la possibilità di rafforzare le loro attività di studio, di acquistare nuove tecnologie, di ristrutturare e mettere in sicurezza sedi, di avviare nuovi progetti capaci di generare concrete e positive ricadute per migliorare la qualità della vita. Vogliamo così dare continuità a un lavoro già eccellente, fiore all’occhiello del Paese. Noi ci crediamo. E i risultati si ottengono credendoci”. Il Fondo per l’edilizia e le infrastrutture scientifiche è stato ripartito fra 10 Enti di Ricerca: il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR); l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN); l’Istituto nazionale di Astrofisica (INAF); l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV); l’Istituto Nazionale di Ricerca metrologica (INRIM); l’Istituto Nazionale di Oceanografica di Geofisica Sperimentale (OGS); la Stazione Zoologica ‘Anton Dohrn’; l’Area di Ricerca Scientifica e Tecnologica di Trieste; il Museo Storico della Fisica e Centro di studi e Ricerche ‘Enrico Fermi’; l’Istituto Italiano di Studi Germanici. Le risorse sono state assegnate per le opere di edilizia e di ammodernamento delle infrastrutture scientifiche tenendo conto delle richieste e dei progetti formulati da ogni Ente. Il MUR monitorerà la spesa sulla base di un cronoprogramma delle attività da realizzare per ciascun Ente tenendo conto dello stesso finanziamento concesso.
Quasi 27 milioni per lo studio delle stelle

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Un finanziamento di quasi 27 milioni di euro per la realizzazione di laboratori, la riqualificazione di spazi per la ricerca e per la divulgazione. Sono le risorse destinate per il 2025 all’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) dal Ministero dell’Università e la Ricerca (MUR) nell’ambito del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca per gli Enti di Ricerca. Il Ministro Anna Maria Bernini ha firmato il decreto che va a ripartire la nuova annualità che ha una dotazione complessiva di 94 milioni di euro. “I nostri Enti di Ricerca sono gioielli, un vanto per l’Italia, un riferimento scientifico a livello internazionale – spiega il Ministro Anna Maria Bernini -. Noi abbiamo la responsabilità di far sì che queste eccellenze possano crescere e proseguire nel percorso intrapreso. È necessario poter garantire risorse per nuovi progetti, finanziare infrastrutture sempre più complesse, sostenere le tecnologie più avanzate – aggiunge il Ministro -. Il nuovo finanziamento di 94 milioni del Fondo dell’edilizia e di ammodernamento delle infrastrutture di ricerca va in questa direzione. Permette agli Enti scientifici di rafforzare le loro attività di studio e di aprire nuovi fronti di studio capaci di generare concrete e positive ricadute per migliorare la qualità della vita. Vogliamo dare continuità a un lavoro già eccellente, fiore all’occhiello del Paese. Noi ci crediamo. E i risultati si ottengono credendoci”. Roberto Ragazzoni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, commenta: “È con grande soddisfazione che accogliamo questo stanziamento che consente di continuare a dare forma ai tanti interventi di ammodernamento strutturale e tecnologico presso gli Osservatori di Torino, Milano, Padova, Firenze, Roma (assieme anche all’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali), Napoli, Catania e Palermo. In un momento così trasformazionale dell’astronomia, l’INAF riqualifica, valorizza, acquisisce e costruisce spazi per studi, laboratori, aree per la divulgazione attraverso progetti che interessano l’intera nazione”.
Superconduttività e IA: dal MUR 34 milioni di euro per gli investimenti infrastrutturali dell’INFN
È di 34 milioni di euro l’ammontare del finanziamento per le infrastrutture assegnato all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) per il 2025. Le risorse sono state stanziate nell’ambito della nuova annualità del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca. Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha firmato il decreto che va a ripartire il finanziamento agli Enti di Ricerca e che per il 2025 prevede un finanziamento complessivo di 94 milioni di euro. “I nostri Enti di Ricerca sono gioielli, un vanto per l’Italia, un riferimento scientifico a livello internazionale – spiega il Ministro Anna Maria Bernini -. Noi abbiamo la responsabilità di far sì che queste eccellenze possano crescere e proseguire nel percorso intrapreso. È necessario poter garantire risorse per nuovi progetti, finanziare infrastrutture sempre più complesse, sostenere le tecnologie più avanzate – aggiunge il Ministro -. Il nuovo finanziamento di 94 milioni del Fondo dell’edilizia e di ammodernamento delle infrastrutture di ricerca va in questa direzione. Permette agli Enti scientifici di rafforzare le loro attività di studio e di aprire nuovi fronti di studio capaci di generare concrete e positive ricadute per migliorare la qualità della vita. Vogliamo dare continuità a un lavoro già eccellente, fiore all’occhiello del Paese. Noi ci crediamo. E i risultati si ottengono credendoci”. I nuovi fondi stanziati dal MUR a favore dell’INFN per le infrastrutture saranno impiegati per proseguire alcune attività strategiche di carattere pluriennale che il Ministero sta già supportando finanziariamente dal 2022. Tra queste, ad esempio l’intervento di ristrutturazione e rifunzionalizzazione dell’immobile dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, acquisito dall’Istituto per ampliare la disponibilità di sale sperimentali, uffici e foresterie per ricercatrici e ricercatori che dall’Italia e da tutto il mondo trascorrono anche lunghi periodi ai Laboratori per lavorare ai grandi esperimenti internazionali ospitati nell’infrastruttura di ricerca sotterranea. Ma, in particolare, i fondi appena stanziati consentiranno all’INFN di realizzare nuove iniziative di potenziamento e valorizzazione del proprio patrimonio di infrastrutture. “Si tratta di investimenti chiave non solo per la scienza ma anche, più in generale, per la società, alla luce del ruolo sempre più strategico che le infrastrutture di ricerca rivestono sia per il progresso delle conoscenze sia per l’innovazione tecnologica”, sottolinea Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN. “Nello specifico, grazie al finanziamento del MUR, l’INFN potrà acquisire e potenziare il laboratorio LASA a Segrate-Milano, un centro di eccellenza per attività di R&D di tecnologie d’avanguardia per gli acceleratori di particelle, come magneti superconduttori e materiali superconduttivi ad alta temperatura, tecnologie molto promettenti anche per il settore della sostenibilità energetica. L’altra iniziativa su cui investiremo riguarda l’intelligenza artificiale, altro ambito di grande rilevanza per la società e in fortissima espansione, nel contesto del quale cofinanzieremo l’iniziativa europea AI Factory, che prevede la realizzazione di un’infrastruttura di calcolo ad alte prestazioni dedicata allo sviluppo, ai test e all’implementazione di applicazioni di AI. Le infrastrutture di ricerca, da sempre considerate dal Ministro Bernini un settore prioritario per la ricerca e per il Sistema Paese, sono un elemento caratterizzante della cosiddetta Big Science, nel cui contesto opera l’INFN. Sempre grazie ai finanziamenti stanziati dal MUR nell’ambito del PNRR, il nostro istituto sta già investendo strategicamente sul potenziamento delle proprie infrastrutture di ricerca, ed è stato promotore del Centro Nazionale di Ricerca in HPC, Big Data e Quantum Computing ICSC”, conclude Zoccoli.
Sei milioni a INGV per potenziare monitoraggio dei Campi Flegrei

Rete di monitoraggio GPS dei Campi Flegrei.
Uno stanziamento di sei milioni di euro per l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Risorse destinate a rafforzare le infrastrutture di ricerca per il monitoraggio in tempo reale dei segnali sismici e lo studio dei terremoti. Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha firmato il decreto che va a ripartire la nuova annualità del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca. Per il 2025 il Fondo ha una dotazione complessiva di 94 milioni di euro. “I nostri Enti di Ricerca sono gioielli, un vanto per l’Italia, un riferimento scientifico a livello internazionale – spiega il Ministro Anna Maria Bernini -. Noi abbiamo la responsabilità di far sì che queste eccellenze possano crescere e proseguire nel percorso intrapreso. È necessario poter garantire risorse per nuovi progetti, finanziare infrastrutture sempre più complesse, sostenere le tecnologie più avanzate – aggiunge il Ministro -. Il nuovo finanziamento di 94 milioni del Fondo dell’edilizia e di ammodernamento delle infrastrutture di ricerca va in questa direzione. Permette agli Enti scientifici di rafforzare le loro attività di studio e di aprire nuovi fronti di studio capaci di generare concrete e positive ricadute per migliorare la qualità della vita. Vogliamo dare continuità a un lavoro già eccellente, fiore all’occhiello del Paese. Noi ci crediamo. E i risultati si ottengono credendoci”. “I fondi appena stanziati dal Ministro Bernini, che voglio ringraziare sentitamente per l’attenzione e il supporto costante che ha sempre riservato alle attività dell’INGV, rappresentano un contributo sostanziale per la realizzazione di importanti attività propedeutiche alla ricerca scientifica al servizio del Paese”, dichiara il Presidente dell’INGV, Fabio Florindo. “Viviamo un periodo di particolare attenzione per l’area dei Campi Flegrei, una delle zone vulcaniche più monitorate in Italia e certamente quella a maggior rischio. Sebbene l’attuale rete di monitoraggio multiparametrica sia dotata di alta sensibilità, il quadro degli eventi che caratterizzano l’area flegrea rende fondamentale compiere un ulteriore potenziamento strumentale che, come previsto con il finanziamento appena stanziato dal MUR, ci consentirà di aumentare le nostre capacità di rilevamento e interpretazione in tempo reale dei segnali sismici, geodetici e geochimici, migliorando il monitoraggio in continuo e la nostra capacità di valutare la pericolosità vulcanica in un’area densamente popolata e ad altissima vulnerabilità. Un investimento di questa portata avrà ricadute immediate e significative sulla capacità decisionale degli Enti preposti alla protezione civile, garantendo una maggiore sicurezza per la popolazione”.
Il MUR assegna al CNR 7,5 milioni per lo sviluppo delle infrastrutture in Antartide
Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha firmato il decreto che ripartisce le risorse agli Enti di Ricerca nell’ambito della nuova annualità del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca.
Per il 2025 il finanziamento complessivo è di 94 milioni di euro. Di questi, al Consiglio nazionale delle Ricerche (CNR) sono stati assegnati 7,5 milioni di euro. Permetteranno interventi di carattere sia logistico che scientifico per rinnovare e potenziare due importanti infrastrutture di ricerca in Antartide, entrambe al servizio di gruppi di ricerca da tutto il mondo: la stazione scientifica costiera “Mario Zucchelli” – situata a Baia Terra Nova nel Mare di Ross, la cui costruzione risale al 1985 – e la base scientifica “Concordia”, posta sul plateau antartico a 3.233 m di altitudine, e gestita dall’Italia in collaborazione con la Francia.
L’obiettivo è duplice: da un lato adeguare il livello degli impianti esistenti alle attuali esigenze della ricerca scientifica, dall’altro potenziare l’impronta “green” delle due Stazioni, puntando su energia da fonti rinnovabili e sull’adozione di soluzioni smart che favoriscano minori consumi energetici e minore impatto ambientale.
Gli interventi presso la Stazione “Mario Zucchelli” saranno orientati, in particolare, al potenziamento di strumenti scientifici in grado di estendere le capacità osservative a lungo termine. Vanno in questo senso, infatti, l’acquisizione di un nuovo battello per ricerche oceanografiche costiere e campionamenti biologici/geologici, e di un veicolo sottomarino robotico a comando remoto (ROV) per la raccolta di sedimenti e specie marine anche a maggiori profondità, così ampliando la portata delle attività di campionamento e, contestualmente, riducendo i rischi per gli operatori umani e l’impatto ambientale. Saranno, inoltre, potenziate le attività legate alla rete degli osservatori permanenti, con interventi che spaziano dalla ricostituzione dell’infrastruttura di mooring dell’osservatorio marino (non più operativa da anni) al rafforzamento del sito osservativo che rientra nella rete internazionale LTER, all’ampliamento della collaborazione con le altre basi scientifiche presenti nel continente, in un’ottica di cooperazione internazionale. Per tali interventi è previsto un impegno di 4 milioni di euro.
Un maggiore efficientamento energetico grazie all’uso di fonti rinnovabili è, invece, al centro dell’intervento previsto alla Stazione Concordia, dove è previsto l’acquisto e l’installazione di un innovativo impianto solare per il contenimento dei consumi. Con un costo previsto di 3,5 milioni di euro, l’impianto permetterà di ridurre l’impatto della Stazione sull’ambiente e di produrre energia per il periodo estivo, contribuendo al rinnovamento degli impianti della Stazione – alcuni dei quali sono ormai obsoleti- e aumentandone la sicurezza.
Tali attività di adeguamento saranno realizzate in collaborazione con l’ENEA, istituzione preposta al coordinamento logistico delle Stazioni antartiche nel quadro del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA).
“I nostri Enti di Ricerca sono gioielli, un vanto per l’Italia, un riferimento scientifico a livello internazionale – spiega il Ministro Anna Maria Bernini -. Noi abbiamo la responsabilità di far sì che queste eccellenze possano crescere e proseguire nel percorso intrapreso. È necessario poter garantire risorse per nuovi progetti, finanziare infrastrutture sempre più complesse, sostenere le tecnologie più avanzate – aggiunge il Ministro -. Il nuovo finanziamento di 94 milioni del Fondo dell’edilizia e di ammodernamento delle infrastrutture di ricerca va in questa direzione. Permette agli Enti scientifici di rafforzare le loro attività di studio e di aprire nuovi fronti di studio capaci di generare concrete e positive ricadute per migliorare la qualità della vita. Vogliamo dare continuità a un lavoro già eccellente, fiore all’occhiello del Paese. Noi ci crediamo. E i risultati si ottengono credendoci”.
“Le stazioni scientifiche antartiche del Cnr, visto l’ambiente ostile a cui sono soggette, inevitabilmente necessitano di interventi di rinnovamento: il finanziamento assegnato al Cnr per il 2025 nell’ambito del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca ci permetterà di completare obiettivi importanti, in parte già intrapresi nelle annualità precedenti, che vanno nell’ottica di mantenere l’elevato livello scientifico delle Stazioni e contestualmente di rispettare l’esigenza, oggi sempre più condivisa, di far sì che le attività svolte in questi ambienti estremi abbiamo un minore impatto ambientale ed energetico”, afferma la Presidente Maria Chiara Carrozza.
Dal MUR 2 milioni di euro per il potenziamento dei laboratori dell’Area Science Park

Caterina Petrillo Area Science Park
Un finanziamento di 2 milioni di euro per l’Area Science Park, per potenziare la ricerca delle scienze omiche, le scienze che studiano le interazioni tra geni, proteine e metaboliti, per una comprensione più dettagliata dei meccanismi alla base delle malattie. Sono le risorse stanziate dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) per l’Ente nazionale di ricerca con sede principale a Trieste e che permetteranno di rafforzare il laboratorio ospitato presso il campus dell’Università di Salerno, ateneo con cui l’Area Science Park ha una collaborazione consolidata e pluriennale. Il Ministro Anna Maria Bernini, ha firmato il decreto che va a ripartire la nuova annualità del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca. Per il 2025 il Fondo ha una dotazione complessiva di 94 milioni di euro. Il laboratorio di scienze omiche di Salerno opererà in modo integrato con l’infrastruttura di ricerca di scienze della vita (genomica, biologia strutturale e data science) di Area Science Park, che rappresenta un nodo della rete nazionale e internazionale del Central European Research Infrastructure Consortium (CERIC) e che opera in modalità open access. Il progetto ha un valore complessivo di 3.5 milioni di euro di cui 2 di finanziamento per il 2025 da parte del MUR.
“I nostri Enti di Ricerca sono gioielli, un vanto per l’Italia, un riferimento scientifico a livello internazionale – spiega il Ministro Anna Maria Bernini -. Noi abbiamo la responsabilità di far sì che queste eccellenze possano crescere e proseguire nel percorso intrapreso. È necessario poter garantire risorse per nuovi progetti, finanziare infrastrutture sempre più complesse, sostenere le tecnologie più avanzate – aggiunge il Ministro -. Il nuovo finanziamento di 94 milioni del Fondo dell’edilizia e di ammodernamento delle infrastrutture di ricerca va in questa direzione. Permette agli Enti scientifici di rafforzare le loro attività di studio e di aprire nuovi fronti di studio capaci di generare concrete e positive ricadute per migliorare la qualità della vita. Vogliamo dare continuità a un lavoro già eccellente, fiore all’occhiello del Paese. Noi ci crediamo. E i risultati si ottengono credendoci”. “Il finanziamento del MUR ha una grande rilevanza nella strategia di sviluppo delle attività dell’Ente poiché permette di potenziare il laboratorio sud creando le basi per la costruzione di un nuovo Istituto di scienze omiche integrate”, ha dichiarato la Presidente di Area Science Park, Caterina Petrillo. “L’idea è che, grazie alla collaborazione con l’Università di Salerno e altre importanti istituzioni scientifiche, l’Istituto possa diventare un polo di riferimento tematico per il Sud e di attrazione per giovani ricercatori”. I 94 milioni di euro del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca sono stati ripartiti tenendo conto delle richieste e dei progetti formulati da ciascun Ente per interventi di edilizia e di ammodernamento delle infrastrutture scientifiche. Per ciascun Ente, il monitoraggio delle risorse assegnate sarà effettuato tenendo conto del cronoprogramma delle attività da realizzare sulla base dello stesso finanziamento concesso.
Quattro milioni per l’ammodernamento della ‘Laura Bassi’”
Un piano di ammodernamento e di manutenzione straordinaria della nave rompighiaccio ‘Laura Bassi’ grazie ai 4 milioni di euro destinati all’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS). Le risorse sono state stanziate dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) nell’ambito della nuova annualità del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca. Il Ministro Anna Maria Bernini ha firmato il decreto che va a ripartire il finanziamento agli Enti di Ricerca. La dotazione complessiva per il 2025 è di 94 milioni di euro. La ‘Laura Bassi’ è ad oggi l’unica nave rompighiaccio italiana per la ricerca oceanografica in grado di operare sia in Antartide sia in Artico, un’infrastruttura scientifica strategica per le aree polari e oceaniche. Il piano di ammodernamento e di manutenzione straordinaria, grazie alle risorse del MUR, permetterà di rinnovare gli impianti tecnici a supporto delle attività scientifiche, di migliorare le condizioni a bordo di lavoro e di vita e di rafforzare la sicurezza della navigazione. Più in dettaglio, in questa prima annualità sarà avviata una fase di rinnovamento degli alloggi e di alcune strutture della poppa per migliorare le capacità operative della nave. “I nostri Enti di Ricerca sono gioielli, un vanto per l’Italia, un riferimento scientifico a livello internazionale – spiega il Ministro Anna Maria Bernini -. Noi abbiamo la responsabilità di far sì che queste eccellenze possano crescere e proseguire nel percorso intrapreso. È necessario poter garantire risorse per nuovi progetti, finanziare infrastrutture sempre più complesse, sostenere le tecnologie più avanzate – aggiunge il Ministro -. Il nuovo finanziamento di 94 milioni del Fondo dell’edilizia e di ammodernamento delle infrastrutture di ricerca va in questa direzione. Permette agli Enti scientifici di rafforzare le loro attività di studio e di aprire nuovi fronti di studio capaci di generare concrete e positive ricadute per migliorare la qualità della vita. Vogliamo dare continuità a un lavoro già eccellente, fiore all’occhiello del Paese. Noi ci crediamo. E i risultati si ottengono credendoci”. “Con questo importante finanziamento, il Ministero garantisce l’investimento nel futuro della ricerca marina, rafforzando la presenza scientifica dell’Italia nella scena internazionale soprattutto per quanto riguarda le aree polari. L’intervento garantirà, infatti, alla nave una vita operativa di almeno altri vent’anni, aumentando efficienza, sicurezza e sostenibilità”, dichiara Nicola Casagli, presidente dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale. “L’investimento rafforza la nostra presenza nella scienza polare e valorizza l’eccellenza della cantieristica italiana. La Laura Bassi, che ha appena concluso la sua ultima missione nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, continuerà a essere uno strumento fondamentale per affrontare le grandi sfide ambientali del nostro tempo, in linea con gli obiettivi del Decennio delle Nazioni Unite per la Scienza del Mare”, conclude Casagli.(30Science.com)