Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Con droni e telecamere a basso costo si selezionano piante resistenti alla siccità

(8 Aprile 2025)

Roma – Grazie a un innovativo metodo di monitoraggio basato sull’uso di piccoli droni, software gratuiti e telecamere a basso costo, è stato possibile individuare piante di cereali resistenti alla siccità, con una frazione della spesa dei metodi di monitoraggio ordinari. E’ quanto emerge da uno studio guidato dal Genomics for Climate Change Research Center ( GCCRC ) e pubblicato sul The Plant Phenome Journal. Gli autori hanno utilizzato il loro metodo integrato per seguire l’evoluzione sul terreno di specie di cereali geneticamente modificati per resistere al climate change. I metodi di monitoraggio convenzionali per questo genere di esperimenti richiedono misurazioni manuali, a volte con attrezzature costose e processi lenti. Inoltre, alcune caratteristiche possono essere misurate solo alla fine del ciclo di vita della pianta. Con il drone, il lavoro che altrimenti richiederebbe giorni è stato svolto in poche ore, consentendo di valutare le piante in diverse fasi di crescita, con apparecchiature basso costo. Nello specifico durante la stagione secca del 2023, tra aprile e settembre, i ricercatori hanno effettuato una serie di voli in un sito sperimentale a Campinas, Brasile. Il sito è stato piantumato con 21 varietà di mais, tre convenzionali e 18 geneticamente modificate per sovraesprimere geni potenzialmente associati alla resistenza allo stress idrico. Nell’esperimento, l’unica differenza di trattamento tra le piante era che metà di esse riceveva irrigazione durante tutto il ciclo di vita, mentre l’altra metà era soggetta a siccità. Ogni volo è durato 10 minuti e ha prodotto 290 immagini da videocamere montate sui droni. Le immagini sono state analizzate utilizzando un software gratuito che ha consentito di effettuare un riferimento incrociato delle bande ottenute nelle immagini. Per determinare cosa indicassero le differenze di colore nelle immagini, i ricercatori hanno effettuato una serie di misurazioni convenzionali delle piante sul terreno. Da lì, sono stati in grado di definire i parametri di stress idrico e calibrare i modelli predittivi. Oltre a ridurre i costi operativi, il metodo consente di condurre studi in aree più piccole, il che è particolarmente utile nei progetti con risorse limitate. I ricercatori sottolineano inoltre che i voli più bassi del drone consentono di ottenere immagini ad alta risoluzione, il che è giustificato in aree sperimentali più piccole, contribuendo a ottenere dati più accurati. Questa scoperta apre la strada ad altri gruppi di ricerca o startup per sviluppare applicazioni direttamente rivolte ai produttori o alle aziende di allevamento. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla