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Scuola: LUMSA, dirigenti tra stress, burnout e problemi di salute. Due su 3 valutano di cambiare lavoro

(22 Aprile 2025)

Roma – I Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA) delle scuole italiane lavorano a ritmi insostenibili, con gravi ripercussioni sulla salute mentale, sull’equilibrio personale e sulla qualità del lavoro. È quanto emerge da un report realizzato dal Dipartimento Scienze Umane, Comunicazione, Formazione e Psicologia dell’Università LUMSA su incarico dell’ANQUAP (Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche)

L’indagine su oltre 2.000 DSGA, curata dalla professoressa Caterina Fiorilli (ordinario di psicologia dello sviluppo all’Università LUMSA) e dalla dottoressa Ilaria Buonomo (ricercatrice in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni all’Università LUMSA), restituisce la fotografia di una categoria professionale ormai allo stremo: l’85% lavora quotidianamente a ritmi molto elevati. Il 99% gestisce compiti che richiedono attenzione costante e un ‘problem solving’ continuo, spesso in solitudine. L’83% è in tensione permanente per le responsabilità e le decisioni complesse che ricadono sul loro ruolo.

Il carico emotivo è particolarmente alto: oltre l’80% del campione percepisce il lavoro come stancante sul piano emotivo, mentre il 68% dichiara disagio emotivo legato a frustrazione, rabbia e ansia. Il 52% mostra chiari sintomi di burnout, con perdita di motivazione e coinvolgimento. L’engagement professionale è in forte crisi: oltre la metà dei DSGA ha smesso di provare entusiasmo per il proprio lavoro e non si sente più parte attiva del sistema scolastico.

Le conseguenze si riflettono anche sulla vita privata e sulla salute fisica. Per il 54% dei DSGA il lavoro esaurisce le energie personali, mentre il 51% afferma che il tempo dedicato al lavoro ha un effetto negativo sulla propria vita privata. Il 57% soffre di disturbi del sonno e tra chi manifesta stress acuto le donne rappresentano il 68%, il doppio degli uomini. Questi sintomi, se trascurati, aumentano il rischio di problemi cardiovascolari, abbassano le difese immunitarie e possono condurre a depressione, come evidenziato in diversi studi sulle conseguenze dello stress lavorativo cronico.

A peggiorare il quadro complessivo i dati sulla motivazione e il coinvolgimento verso il proprio lavoro. Solo il 4% consiglierebbe questo lavoro ad altri. Il 66% sta valutando di cambiare mestiere. Il 97% ritiene la retribuzione inadeguata.

Questi dati sono in linea con quanto riportato dalla letteratura sui ruoli di leadership intermedia, cioè quelle posizioni che si trovano tra la direzione strategica e l’attività quotidiana. Si tratta di ruoli con molte responsabilità gestionali, ma con poca autonomia decisionale, una combinazione che comporta spesso relazioni complesse e un forte carico di mediazione, elementi associati a maggiori livelli di stress e rischio di burnout.

I risultati dell’indagine evidenziano l’urgenza di un intervento da parte dell’amministrazione centrale, volto a monitorare sistematicamente i livelli di stress lavoro-correlato e a promuovere un’organizzazione più sostenibile, attenta ai carichi, ai ritmi e ai riconoscimenti professionali. È necessario valorizzare in modo concreto il ruolo dei DSGA, figura strategica ma spesso sottovalutata nel funzionamento quotidiano delle istituzioni scolastiche.(30Science.com)

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