Valentina Arcovio

Vicino al Sistema solare c’è una nube molecolare

(28 Aprile 2025)

Roma –  Una nube molecolare finora sconosciuta è stata rilevata vicino al Sistema solare, ed è stata chiamata “Eos”, in onore della dea greca personificazione dell’alba. A descriverla sulla rivista Nature Astronomy gli scienziati della Rutgers University di New Brunswick. Il team, guidato da Blakesley Burkhart, ha utilizzato i dati raccolti da uno spettrografo nell’ultravioletto lontano chiamato FIMS-SPEAR, sul satellite coreano STSAT-1. Il gruppo di ricerca ha ideato un approccio innovativo per rilevare una nube molecolare a forma di mezza luna, a circa 300 anni luce dalla Terra. Le nubi molecolari, spiegano gli esperti, sono composte da gas e polvere, la cui molecola più comune è l’idrogeno, il componente fondamentale di stelle e pianeti ed essenziale per la vita. La scoperta, commentano gli autori, segna il primo caso di individuazione di una nube molecolare attraverso la luce emessa nel regno dell’ultravioletto lontano dello spettro elettromagnetico e apre la strada a ulteriori esplorazioni utilizzando questo approccio. In particolare, le nubi molecolari vengono individuate utilizzando metodi convenzionali come le osservazioni radio e infrarosse, il che permette di rilevare facilmente la firma chimica del monossido di carbonio. In questo lavoro, invece, gli autori hanno osservato direttamente l’emissione ultravioletta lontana dell’idrogeno molecolare. I dati hanno mostrato molecole di idrogeno luminose rilevate tramite fluorescenza nell’ultravioletto lontano. “Eos non rappresenta un pericolo per la Terra – afferma Burkhart – ma la sua vicinanza offre un’opportunità unica per studiare le proprietà di una struttura all’interno del mezzo interstellare, l’insieme di gas e polvere che riempie lo spazio tra le stelle. Questo elemento è interessante perché ci permette di studiare con un occhio nuovo le nubi molecolari”. Le modellazioni elaborate dal gruppo di ricerca suggeriscono che Eos evaporerà tra sei milioni di anni. “Potremmo dover riscrivere la nostra comprensione del mezzo interstellare – aggiunge Thavisha Dharmawardena, altra firma dell’articolo – svelando nubi nascoste nella galassia e persino fino ai limiti più lontani rilevabili dell’alba cosmica. Eos è dominato dall’idrogeno molecolare gassoso, ma non emette la firma caratteristica rilevata dagli approcci convenzionali. Ecco perché è rimasta nascosta finora”. (30Science.com)

Valentina Arcovio