Valentina Di Paola

Rivelato il destino delle galassie nella Nube di Magellano

(10 Aprile 2025)

Roma – L’attrazione gravitazionale nella Grande Nube di Magellano (LMC), una galassia vicina alla Via Lattea, potrebbe compromettere l’integrità della sua controparte più modesta, la Piccola Nube di Magellano (SMC). Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal Supplement Series, condotto dagli scienziati della Nagoya University. Il team, guidato da Satoya Nakano e Kengo Tachihara, ha analizzato i dati raccolti dalle galassie vicine nella Nube di Magellano. I risultati, commentano gli autori, rivelano un nuovo schema nel moto delle stelle, che potrebbe rivoluzionare la comprensione dell’evoluzione e dell’interazione tra galassie. “Inizialmente – afferma Tachihara – abbiamo pensato di aver commesso un errore nel metodo di analisi. Siamo rimasti molto sorpresi dai risultati”. La SMC, spiegano gli esperti, è una delle galassie più vicine alla Via Lattea, il che ha permesso agli scienziati di identificare e tracciare circa 7.000 stelle, che hanno una massa di oltre otto volte quella del nostro Sole. Questi astri, rivelano gli studiosi, sopravvivono in genere solo per pochi milioni di anni prima di esplodere. “I corpi celesti nella SMC – riporta Tachihara – si muovevano in direzioni opposte su entrambi i lati della galassia, come se venissero tirati via. Alcuni si avvicinavano alla LMC e altri si allontanavano. Ciò implica che l’influenza gravitazionale della galassia più grande causerà il graduale declino della LMC. Potremmo dover rivedere la nostra comprensione delle interazioni tra le Nubi di Magellano e la Via Lattea”. Il lavoro, aggiungono gli studiosi, ha implicazioni più ampie per comprendere le dinamiche delle interazioni tra galassie vicine, in particolare nell’Universo primordiale. La SMC, infatti, condivide molte condizioni con le galassie primordiali, come la bassa metallicità e il debole potenziale gravitazionale. “Le galassie nella Nube di Magellano – conclude Tachihara – sono le uniche con cui possiamo osservare i dettagli del moto stellare. Questo lavoro ci permette di studiare il processo di formazione stellare in relazione al moto delle stelle in tutta la galassia”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).