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Overshoot, una piattaforma per vedere cosa succede se andiamo sopra 1,5 gradi di riscaldamento

(15 Aprile 2025)

Roma – La Fondazione CMCC ha annunciato il lancio di Overshoot: what does it mean to exceed and return to 1.5 ºC?, una piattaforma digitale progettata per fornire una visione accessibile e scientifica del concetto di overshoot del riscaldamento globale e delle sue implicazioni per i rischi climatici, l’adattamento e la mitigazione. La piattaforma sfrutta la visualizzazione dei dati e lo storytelling per colmare il divario tra la ricerca scientifica, la consapevolezza pubblica e l’azione politica.

La piattaforma Overshoot è un ambiente vivo che fornisce una serie di risorse per navigare in un argomento complesso e destinato a caratterizzare il dibattito sul clima del futuro, intrecciando le implicazioni scientifiche, politiche, ambientali, sociali ed economiche. Essa consente ai responsabili politici, ai ricercatori e al pubblico in generale di comprendere la complessità degli scenari di overshoot e le loro implicazioni.

Il lancio di Overshoot è in linea con la missione del CMCC di promuovere lo sviluppo della scienza del clima per la politica e la società. Man mano che le discussioni sull’overshoot evolvono, la piattaforma continuerà a fungere da risorsa viva, incorporando nuove ricerche, sviluppi di policy e strumenti di coinvolgimento degli utenti.

Un team internazionale di esperti ha pubblicato il paper “Overshoot: a conceptual review of exceeding and returning to global warming of 1.5°C?”. Lo studio fornisce un quadro chiaro per la comprensione dei rischi climatici nel contesto dei percorsi di overshoot. Il paper esamina l’evoluzione dei rischi quando le temperature globali superano 1,5°C, esplora le opzioni di adattamento e ne valuta la fattibilità dal punto di vista della risposta geofisica e del sistema Terra. Inoltre, il documento evidenzia le principali barriere, le sfide e le lacune di conoscenza che richiedono urgente attenzione.

Lo studio applica questo quadro ai rischi aggregati secondo le “ragioni di preoccupazione” dell’IPCC, che includono: perdite irreversibili di ecosistemi e patrimonio culturale, aumento degli eventi meteorologici estremi, spostamento delle vulnerabilità regionali che potrebbe aggravare le disuguaglianze globali, impatti complessi su scala globale e il rischio di innescare tipping points irreversibili come il collasso della calotta glaciale o il deperimento della foresta amazzonica.

Un risultato fondamentale è che un mondo che supera 1,5°C anche solo temporaneamente sarà un mondo più danneggiato rispetto a quello in cui avremmo evitato di superare 1,5°C. Tuttavia, riportare il riscaldamento a 1,5°C o al di sotto di questa soglia comporterebbe in genere rischi minori rispetto a quelli che si avrebbero se il riscaldamento si stabilizzasse e rimanesse permanentemente al di sopra di 1,5°C.

Per invertire il riscaldamento globale dopo l’overshoot, la politica climatica potrebbe perseguire diverse strategie, descritte nel paper attraverso tre strategie esemplificative e complementari: aumentare ulteriormente la rimozione del biossido di carbonio (CDR), ridurre ulteriormente le emissioni residue di CO2 e ridurre ulteriormente i forzanti climatici a vita breve, in particolare il metano. Per ottenere una riduzione della temperatura globale, queste azioni dovrebbero andare oltre quanto attualmente previsto dalla maggior parte degli obiettivi climatici nazionali.

La fattibilità del ritorno a 1,5°C dipende dall’entità del picco di riscaldamento: un picco più basso riduce le barriere ambientali, tecnologiche ed economiche al recupero. Accelerare le azioni a breve termine per ridurre le emissioni è un prerequisito fondamentale per mantenere l’obiettivo di mantenere il ritorno a 1,5°C, almeno in linea di principio.

Il team che ha condotto questa ricerca è composto da esperti di alto profilo provenienti dalle migliori istituzioni di tutto il mondo. Diversi autori hanno ricoperto o ricoprono attualmente il ruolo di vicepresidenti di uno dei gruppi di lavoro dell’IPCC, mentre altri hanno contribuito alla stesura di una serie di rapporti dell’IPCC. Anna Pirani del CMCC, una delle autrici del paper, vanta un’ampia esperienza nell’IPCC, ricoprendo, tra le altre, le cariche di Head dell’unità di supporto tecnico del Working Group I dell’AR6 e di alternate IPCC Focal Point for Italy.(30Science.com)

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