Roma – L’Universo potrebbe ruotare, ma a una velocità estremamente lenta. Lo rivela uno studio condotto da István Szapudi, dell’Istituto di Astronomia dell’Università delle Hawaii, a Mānoa, in collaborazione con altri ricercatori, pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. La ricerca propone che l’Universo possieda una rotazione estremamente lenta, con implicazioni per risolvere il controverso “problema della tensione di Hubble”. Il modello matematico sviluppato dalla squadra di ricerca introduce una piccola componente rotazionale, circa 1 rotazione ogni 500 miliardi di anni, alle equazioni standard dell’espansione cosmica. Questa modifica apparentemente minima riesce a conciliare le discrepanze tra le misurazioni basate sulle supernove, 74 km/s/Mpc, e i dati della radiazione cosmica di fondo, 67 km/s/Mpc. L’effetto della rotazione si manifesterebbe attraverso una redistribuzione anisotropa dell’energia oscura, influenzando diversamente le scale temporali cosmiche. Questo squilibrio potrebbe essere un’eco della rotazione universale primordiale, sebbene permangano dubbi sull’influenza della Via Lattea nelle misurazioni. Per il futuro, il gruppo di ricerca ha identificato tre linee di ricerca prioritarie: la prima prevede lo sviluppo di simulazioni cosmologiche tridimensionali con parametri rotazionali; la seconda l’analisi della polarizzazione della radiazione cosmica di fondo per tracciare anisotropie e la terza, la ricalibrazione dei metodi di misurazione delle distanze intergalattiche. “La sfida ora è trasformare questo framework teorico in previsioni osservabili”, ha sottolineato Szapudi. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
L’Universo potrebbe ruotare
(18 Aprile 2025)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.