Roma – Il mantello del lato nascosto della Luna potrebbe essere più secco della controparte visibile. A questa curiosa conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati della Chinese Academy of Sciences. Il team, guidato da Sen Hu, ha analizzato i campioni ottenuti durante la missione Chang’e-6. Comprendere l’abbondanza di acqua nel mantello lunare, spiegano gli esperti, è importante per ricostruire la formazione e l’evoluzione del nostro satellite naturale. Negli ultimi due decenni, la conoscenza dei livelli di acqua nel mantello è aumentata considerevolmente, il che ha portato i ricercatori ad abbandonare il tradizionale concetto di una Luna completamente priva di acqua. Il 25 giugno 2024, la missione Chang’e-6 ha riportato campioni raccolti sul suolo lunare, nel bacino di impatto Polo Sud-Aitken sul lato più lontano della Luna, offrendo l’opportunità di esaminare per la prima volta l’abbondanza di acqua nel mantello in questa regione. Il gruppo di ricerca ha riportato composizioni di isotopi di idrogeno del minerale apatite e inclusioni di fusione dal basalto derivate dalla fusione parziale del mantello lunare. I dati suggeriscono che l’abbondanza di acqua per il mantello sia di 1-1,5 microgrammi per grammo, che è all’estremità delle misurazioni effettuate sul lato visibile della Luna, che oscillano tra uno e 200 microgrammi per grammo. Gli autori suggeriscono che la differenza nella distribuzione dell’acqua nel mantello della Luna potrebbe potenzialmente rappresentare una divisione emisferica, che rispecchia le differenze nelle caratteristiche della superficie. Questi risultati, concludono gli scienziati, sono importanti per stimare l’abbondanza totale di acqua sulla Luna e forniscono vincoli alle ipotesi relative alla formazione e all’evoluzione della Luna. (30Science.com)
Valentina Di Paola
C’è meno acqua nel lato nascosto della Luna
(9 Aprile 2025)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).