Roma – La crisi ecologica che stiamo vivendo non lascia più spazio all’indifferenza. Se proteggere l’ambiente non basta più, come possiamo riportare in salute mari, foreste e gli altri ecosistemi? Quali strategie abbiamo per invertire il degrado ambientale?
La risposta a questa domanda è, secondo le Nazioni Unite, il restauro della natura, vale a dire l’insieme di interventi volti a ripristinare ecosistemi danneggiati o distrutti per recuperare la loro biodiversità e le loro funzioni.
Roberto Danovaro, uno degli scienziati più autorevoli a livello internazionale nel campo della biologia marina e della sostenibilità, affronta il tema in maniera chiara e approfondita nel libro Restaurare la natura. Come affrontare la più grande sfida del secolo, in libreria dall’11 aprile per Edizioni Ambiente. Si tratta del primo volume in italiano dedicato al restauro ecologico, tema sempre più centrale nel dibattito ambientale, soprattutto dopo l’approvazione della Nature Restoration Law, la legge sul ripristino della natura, tanto da essere definita dall’autore come la più grande sfida dei nostri tempi.
Proprio come per gli esseri umani, quando la natura è malata, proteggerla semplicemente non basta. Serve una terapia d’urto: intervenire per restituirle forza e funzionalità. Ma come si fa a curare un ecosistema? Come rigenerare boschi, fiumi e praterie marine in degrado? E quali resistenze – politiche, economiche, culturali – ostacolano questi interventi?
Roberto Danovaro mette sotto la lente strategie e tecniche di ripristino degli ecosistemi concrete e innovative, fornendo un quadro chiaro sullo stato attuale della biodiversità e sulle politiche e le tecnologie più efficaci per affrontare il problema.
“Il restauro degli ambienti rappresenta una nuova disciplina capace di integrare l’ecologia con le scienze sociali ed economiche. Si tratta però di una sfida, poiché restaurare gli ecosistemi degradati richiede molte competenze, proprio come avviene quando si cura un paziente affetto da patologie multiple”, scrive l’autore.
“Ma ne vale la pena sia per la nostra salute sia per lo sviluppo economico. Negli ultimi anni, molti Paesi hanno stanziato importanti finanziamenti per il restauro degli ecosistemi danneggiati. Questi investimenti aumenteranno certamente in futuro, perché la Nature Restoration Law europea ci spinge a promuovere il restauro degli ecosistemi”.
“Credo si possa affermare che questo sia il primo volume in italiano a trattare l’ecologia del restauro in maniera seria e documentata, con taglio divulgativo e coinvolgente, profonda competenza e passione, come sa fare Roberto Danovaro”, scrive Gianfranco Bologna, Presidente onorario della Comunità scientifica del WWF Italia, nella prefazione del volume. “Ci fornisce indicazioni sul modo in cui si sono evolute la consapevolezza e le conoscenze scientifiche per procedere alla realizzazione di interventi mirati a restaurare la natura. Ci fornisce inoltre, con esempi chiari, che cosa significa operare sul campo in azioni mirate al restauro della natura, un impegno che dovrà essere sempre più importante per tutte le popolazioni del mondo, proprio per frenare e invertire la drammatica tendenza della perdita di natura”.
“Nell’Unione Europea e nel mondo intero, questo XXI secolo deve davvero diventare il secolo del restauro ecologico. Mi piace pensarlo come un periodo di transizione da una lunga fase di cultura del dominio e dello sfruttamento delle risorse naturali a un’epoca di recupero e di riconciliazione. Luce e forza”, si legge nel contributo di James Aronson, Ecological Health Network e Center for Conservation and Sustainable Development del Missouri Botanical Garden.
Restaurare la natura è un testo imprescindibile per chiunque voglia comprendere come scienza, politica e azione collettiva possano convergere per affrontare la crisi ecologica. Dai coralli ai boschi, dai fiumi ai suoli agricoli, Danovaro racconta casi di successo e strategie per restituire alla natura il suo equilibrio.
Roberto Danovaro è ecologo e docente di Marine Ecosystem Restoration nel master internazionale IMBRSea all’Università Politecnica delle Marche. Ha contribuito alla creazione del primo corso di laurea in Sostenibilità ambientale in Italia ed è stato presidente di organismi e enti di ricerca, tra cui la Stazione zoologica Anton Dohrn, e di società scientifiche, incluse la Società italiana di ecologia, la Società italiana di limnologia e oceanografia. Membro dell’Accademia europea delle scienze e dell’Inspiration board di Slow Food, presiede il Consiglio scientifico del WWF Italia e la Fondazione “Patto con il mare per la Terra”. Ha guidato oltre 30 spedizioni scientifiche in tutto il mondo, coordinato numerosi progetti europei sul restauro degli ecosistemi marini e pubblicato oltre 500 lavori scientifici e divulgativi. Expert Scape lo ha riconosciuto come lo scienziato più influente al mondo fra gli esperti di oceani e mari per il decennio 2010-2020.(30Science.com)