Gianmarco Pondrano d'Altavilla

L’estrazione di metalli negli oceani sconvolge la vita marina per decenni

(28 Marzo 2025)

Roma – La vita marina negli oceani impiega decenni per riprendersi dall’impatto dell’estrazione mineraria di metalli rari in acque profonde. È quanto emerge da un nuovo studio guidato dal National Oceanography Centre e pubblicato su Nature. Gli autori hanno scoperto che a 5.000 metri sotto la superficie dell’Oceano Pacifico nella zona di Clarion-Clipperto, un sito di estrazione mineraria nel 1979, i livelli di biodiversità – dopo ben 44 anni – risultavano ancora inferiori a quelli delle zone adiacenti non toccate dalla mano dell’uomo. I ricercatori hanno studiato un’area sul fondale oceanico dove nel marzo 1979 è stata dispiegata una macchina sperimentale per l’estrazione mineraria lunga 14 metri. Questa ha estratto una quantità sconosciuta di depositi minerari, noti come noduli, nel corso di quattro giorni, utilizzando un rastrello meccanico rotante per fondali marini che raccoglieva i noduli e li trasferiva tramite un trasportatore a un frantoio. Gli scienziati concludono che, quattro decenni dopo questo test minerario, “gli impatti biologici in molti gruppi di organismi sono persistenti”, anche se alcune specie hanno iniziato a riprendersi. Sono ancora visibili i segni fisici del test, tra cui aree del fondale marino prive di noduli e tracce visibili del veicolo minerario. L’autore principale della ricerca e capo della spedizione, il professor Daniel Jones del National Oceanography Centre, ha spiegato: “Per affrontare la questione cruciale del recupero dall’attività mineraria in acque profonde, dobbiamo prima guardare al passato e utilizzare vecchi test minerari per comprendere gli impatti a lungo termine. Quarantaquattro anni dopo, le tracce minerarie stesse sembrano molto simili a quando furono realizzate per la prima volta, con una striscia di fondale marino larga 8 metri ripulita dai noduli e due grandi solchi nel fondale marino dove passò la macchina. Il numero di molti animali si è ridotto all’interno delle tracce, ma abbiamo visto alcuni dei primi segnali di recupero biologico”. Si stima che sui fondali marini della zona di Clarion-Clipperton, che si estende per oltre 6 milioni di chilometri quadrati, ovvero circa 25 volte la superficie del Regno Unito, giacciono oltre 21 miliardi di tonnellate di noduli. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla