Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Anche i polimeri possono inquinare e danneggiare la salute

(5 Marzo 2025)

Roma – Anche i polimeri possono inquinare e rappresentare un pericolo per la salute. È quanto emerge da un nuovo studio guidato dalla Jinan University e pubblicato su Nature Sustainability. Fino ad ora si credeva che i polimeri, molecole molto grandi, fossero inerti non ponendo quindi rischi per l’ambiente e la salute. Gli autori della nuova ricerca, però, hanno dimostrato che i polimeri utilizzati come ritardanti di fiamma possono scomporsi in sostanze chimiche nocive più piccole. “Il nostro studio suggerisce che i polimeri possono agire come un cavallo di Troia per sostanze chimiche tossiche”, ha affermato Da Chen, autore senior e scienziato presso la Jinan University in Cina. “Vengono aggiunti ai prodotti come grandi molecole inerti, ma nel tempo possono degradarsi, esponendoci ai loro dannosi prodotti di degradazione”. I ricercatori hanno testato due ritardanti di fiamma bromurati polimerici (polyBFR) sviluppati come alternative “non tossiche” ai ritardanti di fiamma vietati. Hanno scoperto che entrambi i polyBFR si scomponevano in decine di tipi di molecole più piccole. I test di tossicità di queste molecole più piccole nei pesci zebra hanno mostrato un potenziale significativo per causare disfunzione mitocondriale e danni allo sviluppo e cardiovascolari. Gli scienziati hanno anche cercato questi prodotti di degradazione dei polimeri nell’ambiente e li hanno rilevati nel terreno, nell’aria e nella polvere. I livelli erano più alti vicino agli impianti di riciclo dei rifiuti elettronici e diminuivano allontanandosi dagli impianti. Questi risultati confermano che l’uso di polyBFR nell’elettronica porta al rilascio di prodotti di degradazione tossici nell’ambiente con potenziale danno per l’uomo e la fauna selvatica. “L’uso diffuso di questi polyBFR nell’elettronica può causare esposizioni quando questi prodotti vengono fabbricati, quando sono nelle nostre case e quando vengono scartati o riciclati”, ha affermato Miriam Diamond, coautrice e professoressa presso l’Università di Toronto. “Dato che si sospetta che i volumi di produzione siano molto elevati il potenziale di inquinamento, e i conseguenti gravi danni alle persone e alla fauna selvatica, mi preoccupnoa molto”. I produttori chimici e i loro gruppi commerciali promuovono i polyBFR come sostituti ecologici e non pericolosi dei ritardanti di fiamma monomerici vietati (ad esempio, esabromociclododecano e decabromodifeniletere). (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla