Roma – Si chiama Fishial, è una rete neurale in grado di identificare i suoni delle barriere coralline. A svilupparla gli scienziati della Woods Hole Oceanographic Institution, che hanno pubblicato un articolo sul Journal of the Acoustical Society of America per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il team, guidato da Seth McCammon, ha combinato il monitoraggio acustico con una rete neurale per identificare l’attività dei pesci sulle barriere coralline tramite il suono. Le barriere coralline, spiegano gli esperti, costituiscono meno dell’1 per cento degli oceani del mondo, ma rappresentano uno degli ecosistemi più diversificati del pianeta, con un quarto di tutte le specie marine che trascorre una parte della propria vita su questi ambienti. Una tale varietà di forme di vita può rendere complesso il monitoraggio degli esemplari e delle popolazioni che vi abitano. I ricercatori hanno utilizzato il monitoraggio acustico passivo per tracciare l’attività delle barriere coralline. Gli studiosi hanno quindi addestrato un modello di rete neurale per esaminare le registrazioni audio e riconoscere le varie specie. “Fino ad ora – afferma McCammon – l’analisi dei record veniva effettuata manualmente, attraverso un lavoro veramente lento e tedioso, e i risultati non erano disponibili in tempi utili per un eventuale uso pratico delle informazioni raccolti. Tuttavia, essere in grado di identificare e tracciare rapidamente i cambiamenti nelle popolazioni di barriera è fondamentale per gli sforzi di conservazione”. L’algoritmo del gruppo di ricerca può eguagliare l’accuratezza degli esperti umani nel decifrare le tendenze acustiche su una barriera corallina, ma può farlo più di 25 volte più velocemente e potrebbe cambiare il modo in cui vengono condotti il monitoraggio e la ricerca sugli oceani. “Questa tecnologia – dichiara McCammon – potrebbe finalmente abbinare un campionario di suono unico per ogni specie, un ostacolo finora piuttosto dibattuto negli studi acustici marini”. “Ora – concludono gli autori – stiamo lavorando per installare la nostra rete neurale sul nostro veicolo sottomarino autonomo, CUREE, in modo che possa ascoltare i pesci e mappare i punti caldi dell’attività biologica. Rilevare con precisione l’attività dei pesci in tempo reale ci permetterà di monitorare le popolazioni in tempo reale, identificare le specie in difficoltà e rispondere alle con tempestività. Si tratta di una tecnologia rivoluzionaria”. (30Science.com)