Valentina Arcovio

Nasce E-RIHS ERIC, centro europeo per le scienze del patrimonio culturale

(28 Marzo 2025)

Roma – Studiare, comprendere e conservare il patrimonio culturale pone domande complesse: di che materiali è fatto un dipinto? Qual è la causa del degrado di un affresco? Come si protegge un sito archeologico dai cambiamenti climatici? Queste sono solo alcune delle problematiche che conservatori, restauratori, studiosi ed esperti affrontano ogni giorno. Per rispondere, serve un approccio interdisciplinare che unisce scienze umane, scienze naturali e tecnologie avanzate. E-RIHS (www.e-rihs.eu), l’unica infrastruttura di ricerca europea per le scienze del patrimonio (European Research Infrastructure for Heritage Science), risponde a queste sfide. Riunisce centri di ricerca, università, laboratori di restauro, musei e archivi in un’unica comunità collaborativa che fornisce accesso a strutture, dati e servizi d’eccellenza in tutta Europa. In aggiunta, attraverso la HS Academy, E-RIHS offre programmi di formazione di alta qualità, pensati per sviluppare competenze e rafforzare le capacità nel campo delle scienze del patrimonio. Come accedere a questo ‘ecosistema’ di tecnologie, dati e competenze? Per affrontare i temi più complessi, E-RIHS seleziona periodicamente i migliori progetti provenienti da tutto il territorio europeo volti ad approfondire la conoscenza del patrimonio culturale e a sviluppare soluzioni innovative per la sua conservazione e trasmissione alle generazioni presenti e future. I progetti selezionati accedono gratuitamente a tecnologie avanzate (ad esempio, analisi per la diagnostica non invasiva e in-situ, indagini geofisiche, remote sensing e digitalizzazione) e a competenze specialistiche. E-RIHS prevede anche offerte di servizi dedicati a musei e istituti di piccole realtà. Tra gli esempi emblematici di progetti realizzati da E-RIHS in Italia si citano ad esempio: la digitalizzazione dei mosaici aztechi di turchesi del Museo delle Civiltà di Roma, le indagini sui materiali e sulla tecnica pittorica di Andrea Solario, pittore leonardesco della collezione del Museo Poldi Pezzoli di Milano, e di Giorgio Morandi, pittore d’avanguardia, al Museo Morandi di Bologna, le analisi sul Papiro di Kha, libro dei morti lungo 15 metri conservato al Museo Egizio di Torino, lo studio della tecnica pittorica etrusca impiegata nei dipinti murali della Necropoli di Tarquinia. Interventi realizzati grazie a team di esperti provenienti da diverse istituzioni. E-RIHS si è sviluppata nel tempo grazie all’esperienza più che ventennale maturata in progetti finanziati dai Programmi quadro europei per la ricerca e l’innovazione. Oggi E-RIHS è stata ufficialmente istituita come consorzio per un’infrastruttura europea di ricerca nella forma legale di un ERIC, European Research Infrastructure Consortium (ERIC), un traguardo fondamentale nel suo percorso di crescita iniziato nel 2016 con l’ingresso nella Roadmap ESFRI (European Strategy Forum on Research Infrastructures), che elenca le infrastrutture di ricerca di interesse prioritario per l’Unione Europea. L’istituzione di E-RIHS ERIC dà forma stabile e duratura all’attività di E-RIHS e ne consolida il ruolo come riferimento per la ricerca sulle scienze del patrimonio culturale nel panorama europeo e internazionale. L’Italia è il paese ospitante di E-RIHS ERIC grazie al supporto del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Il Central Hub di E-RIHS ha sede a Firenze, negli spazi rigenerati dell’ex sito industriale di Manifattura Tabacchi, messi a disposizione dalla Fondazione CR Firenze. Da questa sede operativa, E-RIHS coordina le attività tra i suoi 11 paesi fondatori – Cipro, Francia, Italia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Romania, Slovenia, Spagna e Ungheria – ai quali si aggiungerà prossimamente ICCROM (International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property) in qualità di osservatore permanente. Una rete distribuita che concretamente si traduce nella possibilità per studiosi, ricercatori e operatori del settore di questi Paesi di avvalersi di conoscenze, strumentazioni per indagini diagnostiche, consulenze scientifiche e banche dati in possesso di singole istituzioni. “La nascita di E-RIHS segna un punto di svolta per la ricerca e l’innovazione sul patrimonio culturale”, dichiara il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. “L’Italia ne è stata pioniera, promuovendo una vera e propria rivoluzione, che unisce scienza, tecnologia e cultura. I laboratori mobili sviluppati dai nostri ricercatori hanno trasformato il modo di studiare e conservare le opere, portando la ricerca nei luoghi di cultura”. Il Ministro aggiunge: “Non è un caso che l’Italia sia stata scelta per ospitare questa infrastruttura, unica in Europa e nel mondo. Un progetto nel quale il MUR ha investito con convinzione oltre 35 milioni di euro negli ultimi anni tra fondi ordinari e strategici, e in cui continua a credere: un impegno concreto a sostegno del talento scientifico italiano in un ambito cruciale per il Paese, che unisce il passato della nostra cultura al futuro della ricerca”. “Siamo orgogliosi di questo traguardo, che riconosce l’impegno del CNR e dei suoi partner nella costruzione di un’infrastruttura di ricerca europea per le scienze del patrimonio” ha dichiarato la Presidente del CNR Maria Chiara Carrozza. “Il CNR ha coordinato il nodo nazionale di E-RIHS con il contributo dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) e dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), mettendo a disposizione laboratori all’avanguardia e competenze consolidate, a livello sia nazionale che europeo. Negli anni, ha sviluppato nuove tecnologie, protocolli avanzati e strumenti digitali per lo studio e la conservazione del patrimonio. Con l’avvio di E-RIHS ERIC, il nodo italiano si allargherà anche alle università, che hanno contribuito alla crescita di E-RIHS attraverso progetti nazionali ed europei. Questo permetterà di rafforzare la collaborazione interdisciplinare e promuovere l’eccellenza della ricerca in settore strategico come quello del patrimonio culturale”. (30Science.com)

Valentina Arcovio