Valentina Di Paola

Le voci dell’IA risultano più affidabili se sono simili alla nostra

(5 Marzo 2025)

Roma – Le voci generate dall’intelligenza artificiale tendono ad essere considerate più simpatiche e affidabili se ricordano quella della persona che sta ascoltando. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista Plos One, condotto dagli scienziati del Leibniz-Institut für Wissensmedien e dall’Università di Erfurt. Il team, guidato da Oliver Jaggy, Stephan Schwan e Hauke S. Meyerhoff, ha analizzato la somiglianza vocale tra le voci generate dall’IA e il loro effetto sulla percezione umana. I risultati, commentano gli esperti, hanno importanti implicazioni sulla manipolazione artificiale e i deep- fake, la tecnologia che si basa sull’alterazione di contenuti audiovisivi per creare contenuti falsi ma estremamente realistici. Nell’ambito del lavoro, il gruppo di ricerca ha condotto cinque esperimenti online, coinvolgendo centinaia di partecipanti tedeschi. Agli utenti è stato chiesto di valutare le impronte vocali generate dall’intelligenza artificiale, progettate per essere molto, poco o affatto simili a quelle delle persone coinvolte. Stando a quanto emerge dall’indagine, voci simili alla propria vengono considerate più affidabili e piacevoli, mentre le altre non suscitano lo stesso effetto. Questo fenomeno, sottolineano gli scienziati, evidenzia i rischi legati alla manipolazione delle voci tramite intelligenza artificiale. I risultati, aggiungono gli esperti, confermano l’ipotesi dell’attrazione per la somiglianza. “Questo lavoro – scrivono gli autori – ci porta a riflettere su come le tecnologie vocali personalizzate possano influenzare le nostre percezioni e decisioni. Nei prossimi step, sarà interessante esplorare l’impatto dell’IA sulle interazioni vocali in assistenti digitali e deepfake e considerare le differenze culturali nella percezione della somiglianza vocale”. “Il nostro studio – concludono gli scienziati – suggerisce che le voci sintetizzate personalizzate potrebbero alterare la nostra percezione sociale, evidenziando il potenziale impatto delle tecnologie dell’intelligenza artificiale sulla comunicazione umana”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).