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I ritmi orbitali della Terra influenzano la tempistica delle eruzioni e del cambiamento climatico

(10 Marzo 2025)

Roma – Su scale temporali da diecimila a milioni di anni, le dinamiche climatiche sulla superficie terrestre, comprese le eruzioni, sarebbero guidate da processi esterni ed interni alla Terra. Lo suggerisce uno studio del MARUM – Center for Marine Environmental Sciences dell’Università di Brema, pubblicato su Science Advances, secondo cui il grande regista di molti fenomeni naturali sarebbe il movimento orbitale della terra che sarebbe in grado di determinare ad esempio la tempistica delle eruzioni estreme. Inoltre il movimento interno della Terra fornirebbe calore dal decadimento radioattivo e dai composti chimici tramite il degassamento vulcanico, fra cui anidride solforosa (SO2) e anidride carbonica (CO2). I cambiamenti quasi periodici nell’orbita della Terra attorno al sole regolerebbero la quantità di radiazione solare che arriva sulla superficie del pianeta e la sua distribuzione tra le latitudini, influenzando la lunghezza e l’intensità delle stagioni. L’unione di questi due processi attraverso complesse interazioni geochimiche sulla superficie del nostro pianeta modellerebbe e regolerebbe il clima in cui viviamo. I ricercatori hanno utilizzato i cambiamenti ritmici nell’insolazione solare impressi nei dati geologici, come una sorta di metronomo, per sincronizzare gli archivi climatici geologici dell’Atlantico meridionale e del Pacifico nord-occidentale per un periodo che abbraccia gli ultimi milioni di anni del Cretaceo, sincronizzati fino all’incirca 5.000 anni o meno, geologicamente 66 milioni di anni fa. Tali informazioni sono state essenziali per stabilire la causalità nella storia del clima della Terra tra le regioni, potendo così determinare due importanti cambiamenti nel clima e nel biota, il complesso degli organismi (vegetali, animali ecc.) che occupano un determinato spazio in un ecosistema, verificatisi contemporaneamente in entrambi gli oceani. Inoltre hanno inoltre potuto verificare  se questi cambiamenti fossero stati causati da eruzioni vulcaniche su larga scala, correlate ai Trappi del Deccan in India, ovvero a rocce basaltiche spesse fino a due chilometri che ricoprono una vasta parte dell’India occidentale. Questo vulcanismo su larga scala che interessa interi paesaggi è definito dai geologi come Grande Provincia Ignea. Diverse volte nella storia della Terra questi fenomeni hanno causato estinzioni di massa della vita sulla superficie del pianeta. In particolare, il rilascio di gas vulcanici come anidride carbonica e zolfo durante la formazione dei basalti alluvionali e la sua successiva erosione potrebbero aver svolto un ruolo chiave. Si stima che questo fenomeno potrà lasciare un’impronta geochimica nell’oceano. Per validare questa ipotesi i ricercatori hanno misurato la composizione isotopica dell’osmio dei depositi del Sud Atlantico e del Pacifico nord-occidentale che a detta dei ricercatori dovrebbero mostrare la stessa impronta nello stesso momento. Le indagini hanno evidenziato, a sorpresa, due passaggi nella composizione isotopica dell’osmio in entrambi gli oceani che hanno coinciso con le principali fasi eruttive dei Trappi del Deccan nell’ultimo Cretaceo, mostrando impatti differenti sull’ambiente, come testimonierebbero i resti fossili nei carotaggi di perforazione. “Il volume del basalto eruttato deve essere stato molto più grande del precedente, sebbene si fosse verificato nella fase iniziale del vulcanismo del Deccan Trap dove le emissioni correlate di anidride carbonica e zolfo hanno avuto effetti diversi sul sistema climatico globale”, ha dichiarato Don Penman, della Utah State University, Stati Uniti, che ha eseguito la modellazione geochimica. Secondo la nuova scoperta, sembra plausibile che all’inizio del principale vulcanismo del Deccan Trap, datato indipendentemente 66,288 milioni di anni fa con metodi radioisotopici, si sia verificato un impulso iniziale con eruzioni ricche di zolfo che ha stressato l’ecosistema a livello locale e forse anche globale.(30Science.com)

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