Valentina Arcovio

Studio del Cnr fa luce su come i divulgatori scientifici controllano lo stress

(31 Marzo 2025)

Roma – Diventare un efficace divulgatore scientifico è una legittima aspirazione di ricercatori e ricercatrici, ma l’obiettivo richiede numerose abilità: il controllo della voce e del corpo, la capacità di sintesi unita alla duttilità di cambiare registro linguistico a seconda della platea, cosi come la capacità di gestire lo stress per avere una chiarezza espositiva che infonda in chi ascolta un senso di autorevolezza. Queste caratteristiche vengono, però, sempre descritte in termini generali, senza un preciso riferimento oggettivo. Una ricerca coordinata dall’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irib), condotta con l’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Cnr-Irpps), l’Unità Ufficio stampa del Cnr e la Redazione scienza di RaiNews24, pubblicata su Plos One, ha permesso, per la prima volta, di scoprire come alcuni dei più noti divulgatori scientifici dell’Ente riescano a controllare lo stress durante un’intervista in diretta senza conoscerne le domande. “Con il programma ‘Scienziati’, andato in ondata dal dicembre 2022 all’aprile 2024, abbiamo intervistato – premette Antonio Cerasa, promotore della ricerca coordinata dall’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irib), oggi direttore f.f. dell’Istituto di bioimmagini e sistemi biologici complessi (Cnr-Ibsbc) – un campione di 36 divulgatori e divulgatrici del Cnr trattando argomenti diversi e di interesse pubblico. Il conduttore aveva il compito di porre all’ospite domande specifiche sul suo lavoro, provando ad allargarsi ad altri ambiti, senza che gli intervistati avessero contezza delle domande cui sarebbero stati sottoposti”. L’esperimento è stato condotto in tre parti. “Nella prima i divulgatori – , spiega Gennaro Tartarisco, bioingegnere del Cnr-Irib – dovevano rispondere a dei test tramite piattaforma informatica, creata da Loredana Cerbara del Cnr-Irpps, per definire gli aspetti demografici, professionali e psicologici della loro personalità. Successivamente, prima di entrare in trasmissione, a ogni ospite veniva chiesto di indossare una fascia toracica dotata di sensori per il monitoraggio della risposta psico-emotiva. Terminata la puntata, i dati del biosensore venivano analizzati e correlati con le informazioni registrate sulla piattaforma, insieme alla qualità espositiva -chiarezza, autorevolezza, impatto, coinvolgimento e grado di accordo- valutata da una giuria esterna”. Prosegue David Vagni: “I comunicatori scientifici erano caratterizzati da alti livelli di autostima e prosocialità. La valutazione delle risposte fisiologiche ha mostrato che la potenza totale delle componenti cardiache era più alta nella fase post-intervista rispetto sia alla fase dell’intervista che a quella pre-intervista dimostrando, quindi, una forma di affaticamento fisiologico. Tuttavia, quando abbiamo diviso l’intero gruppo in base agli indici di autorevolezza e chiarezza espressi dalla giuria, sono emersi dati interessanti. Nei sottogruppi di divulgatori che erano stati giudicati con minor autorevolezza e chiarezza, si notava una forte differenza nella gestione dello stress, prima, durante e dopo l’intervista. Al contrario, il sottogruppo giudicato con alta autorevolezza e chiarezza ha mostrato meno variazioni tra le fasi, suggerendo una migliore anticipazione e regolazione dello stress durante l’intervista”. (30Science.com)

Valentina Arcovio