Valentina Arcovio

Disturbo bipolare: in Italia ne soffrono oltre 1,2 milioni di persone, di più le donne

(28 Marzo 2025)

Roma – Spesso considerato “glamour”, associato a creatività, fantasia ed estro, da cui il fenomeno “I want to be bipolar”, praticamente uno “stigma al contrario”, il disturbo bipolare è in realtà una patologia severa e ricorrente, capace di compromettere la qualità della vita e la sfera psicosociale di chi ne soffre. Colpisce oggi ben oltre un milione di italiani, tra l’1 e il 2% della popolazione generale, con una prevalenza leggermente maggiore nelle donne e un esordio più frequente tra i 15 e i 30 anni. Ma si tratta di una sottostima, la punta di un iceberg di un disturbo complesso, i cui sintomi sono spesso simili a quelli di altri disturbi mentali, come la depressione e la schizofrenia. Non deve stupire, quindi, se diagnosi tardive o errate sono molto comuni: circa il 70 per cento delle persone affette ha ricevuto una diagnosi sbagliata e di queste il 30 per cento anche per più volte. Prima della diagnosi e dell’inizio della cura trascorrono in media circa otto anni dall’esordio. Pertanto, in occasione della Giornata Mondiale sul Disturbo Bipolare, la Società Italiana di Psichiatria richiama l’attenzione sull’importanza della diagnosi precoce e della corretta gestione terapeutica, oltre che sulla necessità di abbattere lo stigma che ancora grava su questa malattia. “Si tratta di un disturbo – afferma Liliana Dell’Osso, presidente della Società Italiana di Psichiatria (Sip) – che comporta compromissione significativa, talora estrema, non solo dell’umore, ma anche della sfera cognitiva, volitiva e neurovegetativa e che può avere un impatto importante, e in alcuni casi devastante, sulla vita quotidiana di chi ne soffre e delle persone a lui vicine. Il disturbo bipolare è caratterizzato da episodi di mania o ipomania alternati a fasi di depressione, che possono inficiare la capacità di funzionare, la gestione delle emozioni e delle relazioni sociali. Nonostante l’ampia diffusione, il disturbo bipolare è spesso frainteso, e molte persone con questa condizione affrontano anche il peso dello stigma sociale”. Il disturbo bipolare, inoltre, espone chi ne soffre a rischi aggiuntivi, poiché spesso non viene correttamente riconosciuto e inquadrato, talora scambiato per un disturbo depressivo unipolare. “Fasi ipomaniacali più lievi – continua la presidente della Sip – possono infatti sfuggire alla raccolta anamnestica, perché il paziente – interpretandole come periodi di particolare benessere – non le riferisce non riconoscendone la natura patologica o non accettando la diagnosi di disturbo bipolare, che è associata in alcuni casi a uno stigma maggiore . Inoltre, in generale non dimentichiamo che i disturbi di cui può soffrire il cervello devono essere considerati con la massima attenzione, come per qualsiasi altro organo del nostro corpo: l’esito di un mancato trattamento può essere anche letale, in relazione al rischio suicidario”. Antonio Vita, vicepresidente SIP e professore di psichiatria all’Università di Brescia, aggiunge: “Sono fondamentali una diagnosi precoce e un intervento terapeutico mirato per migliorare il decorso della malattia, riducendo il suo impatto sulla qualità della vita di chi ne soffre. È necessario ascoltare con attenzione i pazienti e fare un’accurata anamnesi, anche con l’aiuto dei familiari, per evitare di prescrivere terapie inadeguate che possono peggiorare la situazione anziché migliorarla. I rischi di un errore diagnostico possono essere importanti, sia perché il trattamento può variare considerevolmente, sia perché potrebbe mantenersi una scarsa consapevolezza della patologia da parte dei pazienti e dei familiari. Disponiamo oggi di farmaci finalizzati soprattutto alla stabilizzazione dell’umore, ormai ben consolidati nella pratica clinica e che mirano alla riduzione o alla scomparsa della ricorrenza degli episodi depressivi e/o ipo/maniacali, così come di trattamenti psicosociali di provata efficacia, che vanno in ogni caso prescritti e monitorati in ambito specialistico. Anche la ricerca è assai attiva soprattutto nella direzione di una più accurata caratterizzazione clinica e biologica del disturbo per la migliore personalizzazione delle cure”. Conclude Dell’Osso: “Oggi, attraverso questa giornata di sensibilizzazione, vogliamo promuovere una maggiore comprensione e consapevolezza delle sfide che le persone con disturbo bipolare affrontano quotidianamente. L’obiettivo è creare una società più inclusiva, in cui chi soffre di disturbo bipolare possa riconoscerlo senza percepirne uno stigma e accedere a diagnosi tempestive e trattamenti efficaci, migliorando la qualità della propria vita e riducendo il rischio di complicazioni legate alla malattia”. (30Science.com)

Valentina Arcovio