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Probiotici diminuiscono la durata della febbre nei bambini colpiti da infezioni delle alte vie respiratorie

(14 Marzo 2025)

Roma –  Il rapporto fra microbioma e sistema immunitario è oggetto di crescente interesse per la comunità scientifica mondiale. Un team di ricercatori dell’Unità di Pediatria della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e dell’Università degli Studi di Milano ha condotto uno studio clinico randomizzato in cieco per valutare l’efficacia di una miscela di probiotici orali nella riduzione della durata della febbre nei bambini affetti da infezioni delle alte vie respiratorie (URTI), ipotizzando che questo intervento potesse modificare l’evoluzione naturale di queste condizioni. Lo studio è stato appena pubblicato su Jama Network Open.

La ricerca ha coinvolto 128 bambini, di età compresa tra 28 giorni e 4 anni, con accesso al pronto soccorso pediatrico del Policlinico di Milano, che presentavano infezioni delle alte vie respiratorie e febbre superiore a 38.5°. I partecipanti allo studio sono stati suddivisi indue gruppi: un gruppo ha ricevuto tre ceppi di probioticiper 14 giorni, mentre il gruppo di controllo ha ricevuto un placebo.

I risultati hanno mostrato che i bambini che hanno assunto i probiotici hanno avuto una riduzione della durata della febbre di oltre il 30% rispetto al gruppo placebo (circa 2 giorni in meno). Non sono emerse differenze significative nell’uso di antibiotici o nell’incidenza della diarrea nei bambini trattati con antibiotici. Inoltre, la supplementazione è stata ben tollerata, senza effetti avversi significativi.

“Questo studio apre alla possibilità di interventi volti a modulare indirettamente il sistema immunitario nei bambini con infezioni acute respiratorie tramite supplementazioni di probiotici” commenta Gregorio P. Milani, professore di pediatria all’Università Statale di Milano e dirigente medico presso il Pronto Soccorso Pediatrico al Policlinico di Milano. “Ulteriori studi dovrebbero valutare il possibile impatto di questi nuovi interventi non solo sulla salute del bambino con infezioni respiratorie, ma anche in termini di riduzione dei giorni di assenza da scuola per i bambini e dal lavoro per i genitori, in analogia con gli effetti positivi già osservati con singoli ceppi sulle gastroenteriti” aggiunge Carlo Agostoni, professore di pediatria all’Università Statale di Milano e direttore di Pediatria (pneumoinfettivologia e immunoreumatologia) al Policlinico di Milano. “Inoltre, è necessario approfondire i meccanismi soggiacenti la riduzione della durata della febbre” conclude Silvia Bettocchi, nutrizionista al Policlinico di Milano.(30Science.com)

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