Roma – Nella Giornata mondiale contro il cancro, che cade il 4 febbraio, una nuova speranza per la lotta contro una delle patologie più difficili da contrastare. La Fondazione Giovanni Celeghin ha deciso di destinare un finanziamento di 150.000 euro per sostenere una ricerca condotta da Roma Tor Vergata sul glioblastoma, della durata di 24 mesi. “Nei nostri laboratori – dichiara Silvia Anna Ciafrè, associata di Biologia applicata presso il Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università di Roma Tor Vergata e coordinatrice del progetto – da molti anni ci occupiamo delle basi molecolari del glioblastoma, un tumore celebrale maligno che, nonostante la resezione chirurgica e cicli di chemioterapia e radioterapia molto aggressivi, rimane inevitabilmente letale, con una sopravvivenza media alla diagnosi di meno di due anni. Ciò soprattutto a causa delle recidive, che si sono rivelate resistenti alle terapie. Le origini del tumore e delle recidive – prosegue Ciafrè – sono da ricercare nelle cellule staminali tumorali, considerate le cellule “iniziatrici” del glioblastoma, e responsabili dell’insorgenza della chemio- e dalla radioresistenza. Studiando una collezione di cellule staminali tumorali derivate da pazienti di glioblastoma abbiamo rilevato un’espressione estremamente e specificamente elevata di una proteina che si chiama MEOX2, di cui abbiamo già dimostrato la capacità di sostenere la proliferazione e l’auto rinnovamento delle cellule di questo tumore”.
“Il fulcro della ricerca – continua la professoressa – è lo studio di questo gene e del suo prodotto proteico, che ipotizziamo giocare un ruolo importante nella resistenza dei glioblastomi alle terapie standard come la chemioterapia con temozolomide (TMZ) e la radioterapia. Il team di ricerca analizzerà il ruolo che MEOX2 ha nel processo di riparazione del DNA danneggiato, che consente alle cellule staminali tumorali di sopravvivere ai trattamenti. Abbiamo già raccolto dei dati preliminari sul possibile ruolo di questa proteina nell’indurre resistenza al danno indotto al DNA da parte delle terapie, identificando anche altre proteine che interagiscono con MEOX2, e che sono già note per prendere parte al riconoscimento e alla riparazione del danno al DNA. Tra gli obiettivi principali della ricerca c’è lo sviluppo di approcci innovativi per inibire l’interazione tra MEOX2 e le proteine coinvolte nella riparazione del DNA, così da potenziare l’efficacia delle terapie esistenti e individuare nuovi farmaci”.
“Grazie al finanziamento della Fondazione Celeghin – conclude – crediamo che potremo tradurre il nostro lavoro di ricerca di base in una conoscenza utile per trovare un punto vulnerabile di questo tipo di tumore, ed è opportuno parlarne quando ricorre la Giornata mondiale della ricerca sul cancro. Con la nostra ricerca intendiamo portare il nostro contributo ad una battaglia più che mai indispensabile”.
Lo studio vede come partner group l’Institut des Biomolécules Max Mousseron (IBMM), a Montpellier, in Francia, per la sintesi di peptidi finalizzata ad interferire con l’interazione tra MEOX2 e altri partner proteici, e il NCI Center for Systems Biology of Small Cell Lung Cancer, Dpt. of Pharmacology, Vanderbilt University, Nashville, TN USA, con un progetto che prevede l’uso di modelli avanzati, tra cui organoidi cerebrali umani, per simulare le condizioni reali del microambiente tumorale e testare le terapie in un contesto che si avvicina alla realtà clinica del glioblastoma.(30Science.com)