Roma – Un progetto di ricerca multimilionario, denominato SustaPack, mira a realizzare imballaggi sostenibili a base di carta per liquidi. Il progetto è co-finanziato con un milione di sterline (circa 1,2 milioni di euro) ed è guidato dall’azienda di tecnologia di imballaggio Pulpex Ltd e dall’Università del Surrey. Scott Winston, CEO di Pulpex, ha affermato: “Siamo entusiasti di rafforzare la nostra attuale collaborazione con l’Università del Surrey per migliorare le nostre tecnologie e i nostri processi. La nostra partnership SustaPack ci aiuterà a promuovere soluzioni di imballaggio sicure e sostenibili, consentendo ai proprietari di marchi di raggiungere gli obiettivi climatici. Offrirà ai consumatori scelte sostenibili, fornirà risposte ai proprietari di marchi e consentirà alle catene di fornitura e ai rivenditori di raggiungere i loro obiettivi di riduzione dell’impronta di carbonio, una priorità per tutti”. Una caratteristica fondamentale dell’imballaggio progettato è il suo rivestimento barriera multistrato, che impedisce la fuoriuscita del liquido contenuto, nonché la permeazione dell’ossigeno verso l’interno, mantenendo prodotti di alta qualità per i consumatori. Per creare un cambiamento radicale nell’uso di energia nei metodi utilizzati per applicare questi rivestimenti, i ricercatori hanno in programma di sviluppare processi innovativi che consumino meno energia e acqua, aumentando al contempo la durata di conservazione dei prodotti confezionati. Il professor Joseph Keddie, della Facoltà di Matematica e Fisica dell’Università del Surrey e membro dell’Institute for Sustainability , ha affermato: “Negli ultimi due anni ho instaurato uno stretto rapporto con Pulpex in qualità di Royal Society Industry Fellow e sono entusiasta di rafforzare i nostri legami attraverso la nostra partnership SustaPack. Il nostro obiettivo qui è quello di combinare nuovi processi di rivestimento, modellazione meccanicistica, visione artificiale e intelligenza artificiale (IA) per stabilire un processo di rivestimento a spruzzo ‘a secco’ che depositi rivestimenti degradabili e sicuri per gli alimenti. Questa tecnologia, che non è ancora disponibile in commercio, non solo guiderà la prossima generazione di tecnologie di imballaggio, ma contribuirà anche a una significativa riduzione dell’inquinamento da plastica e a minori emissioni di carbonio dalla produzione”. Un team multidisciplinare di ricercatori esplorerà la fattibilità dell’uso dell’imaging termico per rilevare difetti nei rivestimenti umidi mentre si verificano, consentendo correzioni immediate tramite l’intelligenza artificiale. Saranno impiegati modelli meccanicistici multiscala del processo di rivestimento per identificare le fonti di imperfezioni e non uniformità e quindi eliminarle per garantire prestazioni di imballaggio ottimali. Applicando tecniche innovative di visione artificiale basate sull’intelligenza artificiale, il progetto mira a identificare i difetti di produzione in tempo reale, ottimizzare materiali e processi e raggiungere il 100 per cento di affidabilità nei prodotti realizzati.(30Science.com)