Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Il permafrost rimarrà una fonte di carbonio anche nel 2050

(12 Febbraio 2025)

Roma – Anche se il mondo dovesse raggiungere l’ambizioso obiettivo climatico di emissioni di carbonio negative entro il 2050, lo scioglimento del permafrost sarebbe comunque una fonte di carbonio atmosferico. È quanto emerge da uno studio guidato dalla Pohang University of Science & Technology (POSTECH) e pubblicato su Science Advances. La ricerca stabilisce che il mondo dovrà affrontare le conseguenze ritardate dello scioglimento del permafrost causato dall’uomo fino al 2300 e oltre. Lo scioglimento del permafrost rilascia carbonio organico sotto forma di gas serra, come anidride carbonica e metano (CO2 e CH4 ). Lo scioglimento riporterà anche alla luce vegetazione un tempo congelata, consentendole di decadere e produrre ulteriori gas serra. I modelli passati avevano indicato che il permafrost avrebbe potuto alla fine recuperare il terreno perduto se i decisori politici implementassero immediatamente percorsi verso emissioni nette zero e negative che raffreddino la temperatura media globale. Tuttavia, le emissioni positive odierne probabilmente determineranno uno scioglimento continuo del permafrost anche in un futuro di emissioni negative. Per cogliere le sfumature dello scioglimento continuo in condizioni di emissioni nette pari a zero e negative, gli autori hanno adattato i modelli Community Earth System Model 2 (CESM2) e Community Land Model 5 (CLM5) per analizzare e prevedere i cambiamenti del permafrost dal 2000 d.C. al 2300 d.C., nonché i tassi di degassamento e assorbimento di CO2 e CH4 . Proprio sulla soglia delle emissioni nette pari a zero, nel 2050 d.C., come auspicato dall’Accordo di Parigi del 2015, il permafrost si dovrebbe trasformare da pozzo di assorbimento di carbonio a fonte netta di carbonio. “Il permafrost può rappresentare un rischio considerevole negli sforzi per mitigare il cambiamento climatico”, scrivono gli autori “I cambiamenti nel permafrost dovrebbero essere presi in considerazione nelle politiche di mitigazione del clima a lungo termine”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla