Roma – Entro il 2100 l’Artico per come lo conosciamo oggi non esisterà più. È la fosca previsione che emerge da uno studio guidato dall’Università del Colorado Boulder e pubblicato su Science. Nel 2024, le temperature medie annuali globali dell’aria hanno superato per la prima volta 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, innescando eventi meteorologici estremi come precipitazioni record nel deserto del Sahara e ondate di calore estive estreme in tutto il pianeta. Tuttavia, il riscaldamento globale non si fermerà a questo livello. Sulla base degli attuali impegni dei paesi per limitare le loro emissioni di gas serra, si prevede che le temperature globali raggiungeranno 2,7 gradi Celsius oltre i livelli preindustriali entro la fine di questo secolo. Questo scenario rimodellerebbe radicalmente l’Artico, la regione della Terra che si sta riscaldando più rapidamente. “L’Artico si sta riscaldando a una velocità quattro volte superiore a quella del resto del pianeta”, ha affermato Julienne Stroeve, prima autrice del nuovo studio “A 2,7 gradi Celsius di riscaldamento globale, assisteremo a impatti più estremi e a cascata in questa regione che altrove, tra cui estati artiche senza ghiaccio marino, scioglimento accelerato della calotta glaciale della Groenlandia, perdita diffusa di permafrost e temperature dell’aria più estreme. Questi cambiamenti devasteranno infrastrutture, ecosistemi, comunità vulnerabili e fauna selvatica”. Per la loro analisi gli autori della nuova ricerca hanno utilizzato il Sesto rapporto di valutazione del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite come punto di partenza. Hanno aggiornato le conoscenze del rapporto su tre aree specifiche dell’ambiente artico, tra cui il ghiaccio marino, la calotta glaciale della Groenlandia e il permafrost, concentrandosi su studi esistenti che mostrano un notevole consenso sui cambiamenti che avranno luogo nella regione. Con un riscaldamento di 2,7 gradi Celsius, la regione artica potrebbe subire i seguenti effetti: Praticamente ogni giorno dell’anno le temperature dell’aria supereranno i valori estremi registrati nel periodo preindustriale; Ogni estate l’Oceano Artico sarà libero dai ghiacci marini per diversi mesi; L’area della calotta glaciale della Groenlandia che subisce per più di un mese temperature superficiali superiori a 0 gradi Celsius quadruplicherà rispetto alle condizioni preindustriali, provocando un innalzamento più rapido dei livelli globali del mare; Il permafrost superficiale diminuirà del 50 per cento rispetto ai livelli preindustriali. “Il nostro studio dimostra che, già oggi, l’umanità ha il potere di spazzare via interi paesaggi dalla superficie del nostro pianeta”, ha affermato Dirk Notz , professore di ricerca polare presso l’Università di Amburgo e coautore dello studio. “Sarebbe fantastico se potessimo diventare più consapevoli di questo potere e della responsabilità che ne consegue, poiché il futuro dell’Artico è davvero nelle nostre mani”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Entro il 2100 l’Artico sarà “irriconoscibile” a causa del cimate change
(10 Febbraio 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla