Roma – Astrofisici del Trinity College di Dublino, Irlanda, avrebbero scoperto che le stelle nane bianche esplodono nello spazio profondo con modalità sensibilmente differenti. La scoperta, pubblicata in un numero speciale di Astronomy & Astrophysics, è frutto dell’analisi di oltre 4.000 di questi fenomeni rilevati da indagini astronomiche del cielo con approcci di ultima generazione che potrebbero aiutare a misurare con maggiore precisione le distanze nell’Universo e ad ampliare le conoscenze sull’energia oscura. Le drammatiche esplosioni delle stelle nane bianche alla fine della loro vita sono state per decenni oggetto di studio proprio per comprendere meglio l’energia oscura, la misteriosa forza responsabile dell’espansione accelerata dell’Universo. Le informazioni emerse dallo studio potrebbero anche contribuire a chiarire l’origine di molti elementi nella tavola periodica, tra cui titanio, ferro e nichel, che si formano a seguito di condizioni estremamente dense e calde durante le esplosioni delle nane bianche. L’ampio set di dati, riferito a quasi 4.000 supernovae vicine, il più grande numero di campioni disponibile, ottenuto da Zwicky Transient Facility (ZTF), un’indagine astronomica innovativa del cielo, ha consentito di scoprire esplosioni di stelle fino a un milione di volte più deboli delle stelle più deboli visibili a occhio nudo. La ricerca, inoltre, ha messo in evidenza i molteplici modi in cui le stelle nane bianche possono esplodere, tra cui collisioni di due stelle in spettacoli stellari luminosi, o il cannibalismo delle stelle da parte delle loro compagne nei sistemi stellari doppi (o binari). Questa grande diversità nelle modalità di esplosione da appena visibili ad altre abbastanza luminose da essere viste per molti mesi o anni dopo, può avere implicazioni per l’uso di queste supernovae nella misurazione delle distanze nell’Universo poiché tra i vincoli delle proprietà dell’energia oscura vi è la necessità che le esplosioni siano standardizzate.(30Science.com)